sabato 21 aprile 2012

E adesso buttate pure quel "ciarpame" che vi vende la apple...

"non e' un post serio"
mamoru
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Ad un anno di distanza dalla presentazione del prototipo ecco la rivoluzione che l'umanita' attendeva da tempo, finalmente a disposizione del grande pubblico:

















La vendita in quantita' limitata e in anteprima nazionale del dispositivo, che permette di controllare le orecchie da gatto monitorando l'attivita' encefalica, avverra' al NicoNico chou-kaigi (ニコニコ超会議 nico nico super-convention), promosso dal sito di video sharing Nico Nico Douga che prevede eventi live,  stand di vari espositori (tipo Aniplex, Cospa, Bandai visual, Sega, Square Enix etc. tanto per dare un'idea) e altra roba amena di varia natura (comunque li trovate sulla mappa della fiera qui [JP] )





(お、神社あるw...)




La vendita' si svolgera' durante la manifestazione presso la Makuhari Messe [EN] il 28 e 29 aprile presso lo stand 62 e 50 [JP] "chou-buppan buusu" (超物販ブース stand della super-vendita [di prodotti] ) con ingresso nella zona a pagamento che comprende le Hall 4~8 (1500¥ per i biglietti presi in giornata).
Il produttore Neuroweare annuncia inoltre la personalizzabilita' del dispositivo e che vendera' presso al proprio set di orecchie intecambiabili....


Pare che il prezzo sia di 7800¥

Nota: le informazioni riportate sono ricavate dal sito ufficiale giapponese dell'evento, controllate sempre che non vi siano variazioni prima di recarvi sul posto.
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おまけ

No, giusto per dire agli amici giapponesi che siamo stati pure dei precursori della ricerca nel campo.

E posso pure fregiarmi di aver conosciuto l'artefice
di questo sistema di frenatura aerodinamica :D

...e la versione low budget da ufficio.


mercoledì 11 aprile 2012

Situazione personale complessa.

Buona Pasqua in ritardo.
Realmente ragazzi non ho un minuto libero.
Sul lavoro sono non preso di più, anche perché a Maggio andrò in Italia per il battesimo della figlia di mio fratello e per le nozze di diamante dei miei.
Con questa vacanza lunga in arrivo e tutti progetti che stiamo sviluppando in ufficio non ho un secondo libero perché prima di partire devo essere sicuro di lasciarli con abbastanza ossigeno per sopravivere durante la mia assenza.
Inoltre questo viaggio lo dovevo fare con mia moglie, Angelo, e i miei suoceri giapponesi.
Ma ho appena disdetto i loro biglietti perché mia moglie non può viaggiare, la ragione non la posso ancora dire per regole di scaramanzia ma aspettate qualche mese e svelerò il motivo.
Non provate ad indovinare perché non potrò dire chi ci ha azzeccato.
Inoltre a giugno nei primi giorni devo andare in Cina per il progetto nuova sede ed a meta giugno un altra volta in Italia per lavoro.

Vorrei postare ma con gli sviluppi familiari e lavorativi attuali non ho un secondo libero e sono morto di stanchezza. Ogni minuto libero al momento lo devo dedicare ad un plan su come gestire la situazione futura, logisticamente parlando.

Ho della roba pronta da postare ma non ho tempo di rileggerla e migliorarla.
Spero comunque di darvi qualcosa a giorni.

Ormai sono vicino al Karoshii, che bello essere un manager.

lunedì 9 aprile 2012

La produzione di energia elettrica in Giappone - parte1

Premetto che, a causa di mancanza cronica di tempo, questo non e' un post vero e proprio, bensi' una raccolta di dati e qualche considerazione buttata li' che mi riservo comunque di approfondire in futuro. La pubblicazione spero stimoli un poco di dibattito e magari potra' essere anche d'aiuto a chi cerca informazioni sul tema.

mamoru
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Un anno fa avevamo visto le prime conseguenze del terremoto del Tohoku e dell'incidente della centrale Tepco di Fukushima sulla produzione di energia elettrica in Giappone.

Un post, in particolare, metteva in evitanza alcune problematiche tecniche delle infrastrutture giapponesi, alla luce degli ingenti danni provocati dal sisma e dallo tsunami alla rete di trasmissione ed ai siti di produzione di energia elettrica.

Superata l'emergenza iniziale, da molte parti si e' iniziato ad interrogarsi sul futuro energetico del paese, a cominciare dall'ex primo ministro Kan e dalle sue dichiarazioni su un possibile Giappone "nuclear-free" ed alla decisione di non autorizzare il riavvio delle centrali nucleari ferme per manutenzione programmata, richiedendo nel frattempo una serie di verifiche tecniche e progettuali sugli impianti per testarne il grado di sicurezza contro eventi di straordinaria portata.

Questa scelta sta portando allo spegnimento progressivo del parco nucleare giapponese, con un solo reattore, al momento, in funzione ed ha aperto un serio problema di approvigionamento energetico.
Per alcuni la notizia dello spegnimento delle centrali e' stata una gran bella notizia, associandola inconsciamente ad una svolta "green" dell'arcipelago verso un nuovo e radioso futuro.



Tuttavia guardando il grafico qui sotto (ingrandibile) ci si rende subito conto che le prospettive green di cui sopra si sono scontrate con la necessita' di continuare a dare energia ad un paese privo di risorse: se osservate le curve verde e rossa noterete che il venir meno del nucleare e' stato colmato facendo lavorare a pieno regime gli impianti termoelettrici (a carbone, olio pesante e GPL) con un calo complessivo della produzione (viola).

Produzione mensile di energia elettrica in Giappone 2005-2011 - energia generata
Se vi fate due conti  noterete che il Giappone ha una produzione annuale di energia elettrica dell'ordine di 900-1000 TWh che, per darvi un raffronto in termini assoluti (nonche' per tutta una serie di ragioni), e' grossomodo il triplo di quella italiana.

Dal successivo grafico si puo' analizzare il peso, in percentuale, delle singole fonti.

Produzione mensile di energia elettrica in Giappone 2005-2011 -percentuale delle fonti
Possiamo fare le seguenti osservazioni:
- il nucleare giapponese aveva una quota di produzione a cavallo del 30%
- l'idroelettrico ha un andamento stagionale piuttosto costante con un massimo di produzione attorno a maggio/giugno ed una quota a cavallo dell'8-10%
- il termoelettrico era stabilmente sopra il 50%
- la produzione su vasta scale mediante energie rinnovabili e' trascurabile ed ha un apporto di circa lo 0.3%
- dopo l' 11/3 e' palese che la produzione termoelettrica abbia assorbito anche la quota del nucleare.

Cio' che pare non preoccupare l'opinione pubblica e' che una quota di energia elettrica pari all'intera produzione annuale italiana viene attualmente ricavata bruciando combustibili fossili con relativa immisione in atmosfera di SOx, NOx, CO2 e particolati fini (PMx).
E qui trovo a dir poco paradossale la passiva accettazione del rischio ambientale che si porta dietro l'uso massivo del termoelettrico rispetto ad una certa radiofobia della popolazione che, tra l'altro, e' stata prontamente cavalcata dalla politica e ha portato a diminuire i limiti di legge a livelli inferiori a tutti gli standard internazionali (creando tra l'altro situazioni a dir poco ridicole, ma su questo troverete su Unico-Lab persone ben piu' competenti del sottoscritto che ve lo potranno spiegare per bene).

Dal punto di vista economico questa situazione ha comportato maggiori costi per importazione di ingenti quantita' di combustibili fossili, contribuendo al primo ingente rosso nella bilancia commerciale giapponese, situazione che se perdurante nel medio periodo rischierebbe di portare al tracollo del paese con il suo debito pubblico proiettato al 200% del PIL in un contesto internazionale pessimo. Senza contare che avere un paese con necessita' energetiche delle proporzioni del Giappone che rastrella idrocarburi sui mercati non contribuisce certo alla stabilita' dei prezzi, ma questo e' un tema che lascio ad altri.

Nel frattempo le centrali nucleari restano ferme, nonostante sia in corso una (doverosa) revisione in 3 parti di tutte le centrali:

1- misure aggiuntive di contrasto ai problemi emersi a Fukushima (generatori di emergenza offsite, sistemi di raffreddamento esterni) in caso di tsunami
2- stress test con simulazioni computerizzate della risposta sismica delle strutture e una verifica delle contromisure messe in campo per contrastare la possibilita' di meltdown
3- la messa in campo di una road map con tempi certi per definire gli interventi da mettere in campo per contrastare eventuali problematiche emerse nel punto 2

Nonostante questi passi il Giappone sembra restare diviso sul tema nucleare, con alcune comunita' (quelle vicino alle centrali in primis) che stanno risentendo pesantemente del fermo degli impianti, in quanto si trovano le casse locali senza una cospicua fonte di entrata e quelle piu' lontante che non trovano rassicurazioni nelle fasi di revisione in corso. E questo e', in parte, causato dalla scarsa capacita' delle autorita' di rassicurare ed informare in maniera semplice le persone e dalla confusione nella gestione dell'emergenza del 3/11 del precedente governo.

La cosa piu' disarmante e' che la questione sta entrando pesantemente nella polemica politica con argomentazioni che non guardano piu' a dati e numeri, ma al tornaconto elettorale locale (e qui polemicamente direi "in stile tedesco") o alla mera contrapposizione tra schieramenti.

In questi termini la richiesta di riavvio dei reattori di Oi (prefettura di Fukui) del governo del premier Noda e' un atto razionale alla luce della necessita' energetica del paese e commisurate alle performance delle strutture: 1200 gal di accelerazione massima e 11 metri di tsunami come prima linea di difesa oltre a mezzi aggiuntivi tenuti sulle alture in caso di emergenza.

Perche' ci sono molte attivita' umane che devono tenere conto del rapporto rischi/benefici (e questo magari lo si capira' meglio nella seconda parte del post). Nel caso di un disastro che superasse i parametri di Oi (fate conto che 980 gal sono pari all'accelerazione di gravita' media sulla terra) probabilmente l'ultimo dei problemi sarebbe la centrale, anche se per certa stampa 19000 morti dello tsunami son diventati un trafiletto (per alcuni l'inciso in una frase) tra gli articoli scritti su Fukushima.

E lasciatemi dire che se si dovesse accettare la politica del "rischio zero", allora qualunque attivita' umana in Giappone non dovrebbe essere permessa che tra tsunami, sismi, vulcani, tifoni e perturbazioni monsoniche varie non si fanno mancare nulla.



Infine, se non mi assale prima la pigrizia cronica, il post continuera' nella parte 2 con l'analisi della "curva piatta" (ma che piatta non e') della categoria delle energie rinnovabili (新エネルギー).
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sabato 7 aprile 2012

Buona Pasqua

Anche per dirvi che non siamo (ancora) morti.

E gli auguri ve li faccio anche a nome di Luca che sta lavorando come un matto e, giustamente, il tempo libero lo dedica alla famiglia.