martedì 12 agosto 2014

How to: blocco docomo su LINE sotto MVNO

Requisiti
- smartphone Android
- SIM operante sotto rete docomo
- root
- ES file explorer (o similare)
- LINE :)

Problema

Le SIM dati di MVNO operanti su reti Docomo vengono viste come SIM Docomo vere e proprie, pertanto LINE vi blocchera' la possibilita' di cercare altri utenti.
La verifica di eta' dell'utente vale solo per gli utenti docomo registrati, pertanto siete fregati e non funziona.

Come verifica aprite LINE e andate sotto

設定 > docomoユーザー向け

se l'opzione 年齢認証結果  e' diversa da ID検索可

allora siete affetti dal problema.

Soluzione
Per ovviare al problema bastera' modificare il file di configurazione di LINE, andando a cambiare il flag relativo all'autenticazione, in questo modo il programma credera' che vi siate autenticati.

Per fare questo vi servira' un file browser in grado di navigare il filesystem android in modalita' root (tipo Es gestore file o Rootexplorer etc) e aprire il file

/data/data/jp.naver.line.android/shared_prefs/jp.naver.line.android.settings.xml

come testo e cercare la linea con AU_USER_AGE_TYPE il cui valore va riportato a 2 come sotto:

<string name="AU_USER_AGE_TYPE">2</string>

Note
LINE va chiuso prima di editare i settaggi, meglio ancora se si killa il processo.

----

Conversione della patente a Tokyo

Attenzione

Post che potrebbe interessare i soli residenti in Giappone scritto a titolo di promemoria.
Le tariffe e/o procedure descritte hanno valenza nel periodo di scrittura del post, cio' significa che le cose possono anche cambiare col tempo.

***

Documenti richiesti:
- patente italiana in corso di validita'
- traduzione giapponese patente italiana
- certificato di residenza
- nr.1 fototessera 30x24mm
- zairyu card
- passaporto

Costi indicativi:
- traduzione 3000円
- fototessera 600~800円
- domanda patente 7,500円

Tempo minimo necessario:
- certificato di residenza (30min - 1ora)
- traduzione (30min - 1ora)
- inoltro domanda, visita oculistica e pagamenti (2 ore)

Circa una giornata e mezza in totale per i residenti in Tokyo
E' possibile anche presentare le domande per posta o tramite delegato,
tale procedura non e' oggetto del post e richiede piu' tempo ovviamente.

---

海外運転免許切替 for dummies

Giorno 1 passo 1
Scaricate il modulo di richiesta traduzione dal sito JAF e compilatelo coi vostri dati.
Potete farlo anche alla sede JAF, ma se avete tempo preparatelo prima.

Giorno 1 passo 2
Andate in una qualsiasi macchinetta e fatevi una fotografia 30x24mm (quelle piccole uso patente).
Il viso deve essere ben visibile, occhio a regolare bene lo scatto. le macchinette funzionano sempre quindi appena ne avete la possibilita' portatevi avanti e fatevi la foto dove vi costa meno.

** Non e' la foto che andra' sulla patente: e' quella che incollano al modulo di richiesta, la foto del documento ve la faranno alla polizia prima del rilascio. **

Costo 500/800Y (la potete fare anche al centro per il rilascio patente per 800Y).


Giorno 1 passo 3

Andate all'anagrafe del vostro comune: normalmente fanno l'orario d'ufficio, ossia giorni feriali 8:30-5:00.

Chiedete il certificato di residenza (住民票 juuminhyou) agli assistenti che vi daranno un numero di attesa e vi indicheranno lo sportello a cui rivolgervi.
Durante l'attesa vi faranno compilare un modulo di richiesta del certificato coi vostri dati personali, l'uso  e quali dati personali ci volete sopra (per ragioni di privacy secondo l'uso che ne farete, comunque potete farceli mettere anche tutti se non ve ne frega nulla).
Aspettate che chiamino il vostro turno e presentatevi allo sportello con il modulo e zairyu card, prelevate le carte vi rimanderanno ad aspettare il certificato che ritirerete ad un altro sportello pagando la tariffa di emissione prevista dal vostro comune

Costo ~300Y per ogni copia dipendentemente dal vostro comune.
 

Giorno 2 passo 1
Recatevi alla JAF vicino alla stazione di Shiba Koen (芝公園) della metropolitana TOEI.
Orario feriale 9:00-5:30

Se ci arrivate per l'orario di apertura guadagnate tempo ovviamente.


View Larger Map

Arrivati alla sede JAF entrate e salite le scale andate allo sportello e presentate:
- il modulo di richiesta traduzione compilato
- la patente italiana in originale
- il passaporto o altro documento che dimostri che avevate la patente per almeno 3 mesi in Italia

Siccome hanno dei template di traduzioni gia' fatte, vi chiederanno di confermare la tipologia della vostra patente rispetto a quelle che hanno loro in archivio.

Una volta fatto aspettate da 30min a 1 ora secondo l'affollamento.

Vi chiameranno a ritirare il documento e la traduzione nonche' a pagare 3000Y.

Giorno 2 passo 2
Recatevi a Samezu dove si trova il piu' vicino Unten menkyo center (鮫洲運転免許センター) a 30-40min di treno e cambi vari. 
Atttenzione:  fanno orario feriale 8:30 - 3:00 (e in teoria 11:00-1:00 non lavorano anche se a me le carte le hanno prese lo stesso, probabilmente vanno a regime ridotto dato che c'era solo uno sportello aperto su 4)

Shibakoen (Mita sen) > Mita
cambiate su  Asakusa sen sul treno che va in direzione aeroporto di Haneda

Mita > Shinagawa
cambiate su Keikyu sen sul locale in direzione Uraga

Shinagawa > Samezu

totale sui 328Y sola andata

Dalla stazione di Samezu a piedi fino al centro, probabilmente molti si stanno recando li quindi seguire la folla potrebbe aiutarvi. Per conferma cercate i cartelli  che a ogni angolo indicano il luogo degli esami di abilitazione (鮫洲試験場)







View Larger Map


Giorno 2 passo 3
Andate al 3F del centro e mettetevi in fila per la conversione documenti.
Presentate:
- Certificato di residenza
- Zairyu Card
- Patente italiana in originale
- Traduzione giapponese patente italiana
- Fotografia 30x24mm

Se volete anche la patente della moto fatelo presente, potrebbero anche farvelo presente loro ma non si sa mai. Vi daranno dei moduli compilateli coi vostri dati e aspettate che vi richiamino.

A seguire dovrete espletare le seguenti procedure (l'ordine esatto non lo ricordo puo' darsi che sia leggermente diverso, ma la sostanza non cambia).

3F
Vi faranno presente che per il codice della strada italiano (mostrandovi una fotocopia illeggibile del codice della strada in cui si legge meglio la traduzione giapponese dell'italiano) la patente italiana non sara' piu' valida e che l'ambasciata vi informera' della cosa.
La polizia giapponese ovviamente chiede loro la ricevuta di avvenuta comunicazione.

1F
Pagate la tariffa di conversione patente (auto e moto sono circa 7500Y se non ricordo male, dato che non trovo la ricevuta).

1F
visita oculistica: durata 40 secondi.
Entrate vi mettete di fronte alla macchina e vi chiederanno la direzione le simbolo (alto basso destra sinistra) poi accenderanno delle luci e vi chiederanno il colore. Ritirate la ricevuta.

3F
Vi indicheranno una macchinetta e vi chiederanno di andarci ed inserire i 2 PIN di 4 cifre che permettono di leggere il contenuto del chip all'interno della patente (praticamente ci sara' la vostra foto e tutti i vostri dati personali). Fatelo e ritirate il tagliando coi due codici e conservatelo.
1F
fotografia per la patente.
Mettetevi in coda di fronte all'area designata per le fotografie, entrate, sedetevi, guardate in camera e al resto pensano loro. La fotografia non ve la daranno, la mandano direttamente loro all'emissione patente.

3F
Fine della procedura, vi manderanno al 2F a ritirare la patente giapponese col vostro tagliando.

2F
Aspettate tranquillamente un'ora dato che quelli che chiamano per primi saranno quelli che han passato gli esami. Le conversioni patenti straniere le danno tutte assieme dato che son poche.
Nel frattempo mettetevi comodi godetevi i 4 vecchi dietro al bancone che si raccontano le barzellette e se la ridono: beati loro che non hanno nulla da fare..

Ritirata la patente potete provare la lettura del contenuto appoggiandola sul lettore delle macchinette installate sul lato opposto della sala di attesa (le stesse in cui avete immesso il pin al 3F): digitate i due pin e vedrete la vostra foto e i vostri dati comparire a schermo.

Complimenti avete la vostra patente.
Adesso aspettate la raccomandata dell'ambasciata che vi chiede la gentile restituzione della patente italiana; in ogni caso provvederanno loro a cancellarvi dalla motorizzazione.



Aggiunta:
la patente cosi' ottenuta ha una nota sul retro indicante che il possessore NON e' un neopatentato anche se trattasi di prima emissione di patente.
Nel caso di cambio di residenza bastera' andare con patente e zairyu card al piu' vicino commissariato di polizia il quale annotera' sul retro della patente la nuova residenza.
L'aggiornamento dell'inidirizzo non e' obbligatorio, ma e' necessario nel caso in cui la scadenza sia prossima oppure se volete usare la patente come documento di identita' per provare la residenza.

以上

----
vedi anche http://www.keishicho.metro.tokyo.jp/menkyo/menkyo/kokugai/kokugai05.htm

giovedì 17 luglio 2014

Pizzata a Milano estate 2014

Ciao 
Per chi ha voglia e tempo sono Milano per lavoro dal 21 al 25 luglio.
Mi potete contattare alla solita mail che trovate sul lato sinistro nel mio blog


Ciao a tutti

martedì 8 luglio 2014

Animali usa e getta

Come gia spiegato da Mamoru abbiamo una vita fuori dal blog. La mia mi sta uccidendo. Ho comprato un terreno e sto costruendo la casa (con risultato che o ammazzo mi moglie o divorziamo visto che litighiamo per ogni cosa) e sono stato promosso ancora (con risultato che il sottoposto demototivato mi ha mollato nella merda, i giappo non sanno gestire i loro errori questo e risaputo) inoltre mi sono stati assegnati dei progetti enormi che mi stanno prendendo tutto il tempo libero.

In un momento di black out (non ho energia per pensare al lavoro, Casa e bambini) faccio questo mini post.

Ve la butto in modo semplicissimo.
L` altra sera parlavo con Aya Sugimoto (per chi non la conosce se la cerchi online)che da poco ha fondato un associazione animalista che include vari personaggi famosi, industriali e politici.
E` molto attiva nel combattere il problema dei canili giapponesi ove come gia sapete gli animali vengono accoppati in uno dei modi piu cruenti al mondo (parliamo di paesi cosi detti civili).

Ad un certo punto mi fa vedere un video in cui un figlio di puttana annega un gatto per il puro piacere di farlo, lo infila in un gabbia e si diverte vederlo affondare lentamente.
Ecco il video in questione: Questo video e` diventato virale e ha portato anche al riconoscimento del bastardo ma per chi non lo sapesse per la legislazione giapponese cani, gatti e tutto il bestiario sono associati ad oggetti.

In poche parole se uno ha una borsa e decide di tagliuzzarla a pezzi non e` perseguibile. (cosa normale credo)
Associate voi la cosa ad un cane o gatto e indignatevi.

Alcuni comuni permetto a chi che sia, che in giorni specifici presentandosi al camion dei netturbini di passaggio di consegnare il proprio cane ancora in vita per lo smaltimento rifiuti.
Conosco casi di figlie di un buona donna che buttano via il cane ogni 4 anni perche vogliono  solo cuccioli.
Li portano dal netturbino che li mette in una gabbietta e finiscono per essere processati come immondizia viva.

Realmente la situazione fa rabbrividire in questo paese.
La popolazione di cani e gatti in Giappone e` di 22,340,000 di unita. Se si compara al fatto che la popolazione di bambini sotto i 15 anni e` di solo 17,140,000 e` comprensibile che ci sono piu famiglie con animali domestici di famiglie con un bambino.

Circa 170,000 cani vengono gassati ogni anno in Giappone, non ripeto i video che trovate in vecchio post.
Vi e` una presenza enorme di Puppy mill o cosi dette fabbriche di cuccioli:
http://www.geocities.jp/klcrfamily/real_breader.htm

A volte resto perplesso dalla legislazione giapponese, mi rompo le palle se per ogni cazzata ma poi ha delle grandi mancanze in molti capi.

Aya con la sua associazione spera di poter muovere le acque visto che il Giappone avra le olimpiadi e questi sceletri nell` armadio vanno fatti saltare fuori ora che il governo ha cuore l` immagine del paese.
Passate la notizia in giro e su facebook magari qualche gruppo di pazzoidi vegani se la prende a cuore e fa diventare virale la cosa.





ps. sono a milano dal 21 al 24 e poi sono ad Numana nell` ultima settimana di Luglio con i pargoli.
Domenica 20 battesimo di Massimo a Padova



domenica 6 luglio 2014

Perché tutto quello che pensate di sapere è sbagliato (ma anche no)

Il blog purtroppo non è messo bene e la ragione è presto detta:
“abbiamo una vita fuori dall’internet” :D 
Al solito lo scritto è volutamente tagliente e polemico e se vi sentite offesi è un problema vostro, quindi non venite a stracciarvi le vesti oltraggiati.
“Se il bagno di realismo non vi piace, c’è sempre la doccia.”
Saluti.
mamoru.
---
Ogni tanto, capita di ricevere qualche email dove ci chiedono cosa fare per andare in Giappone, insomma consigli per trasferirsi, per cambiare vita, per lavorare etc.
Normalmente non rispondiamo, salvo casi particolari e la ragione è semplice: qui ognuno si è fatto una vita a modo proprio. C’è chi fa la fame, chi ha fatto carriera, chi è un expat di un’azienda italiana, chi si accontenta, chi si rompe e va via verso altri paesi.
“Insomma, non si sa mai cosa rispondere perché OGNUNO FA STORIA A SE.”
Tuttavia si possono, a mio avviso, fare considerazioni basate sull’evidenza empirica e sulla logica. Quello che mi pare mancare e che stronca molti discorsi sul nascere sono:
-   -     la mancanza di autocritica
-   -     la mancanza di consapevolezza di cosa sia il Giappone.
Il primo punto si riassume in: COSA SAPETE FARE E COSA VOLETE FARE IN GIAPPONE.
Quanto al secondo punto, legato strettamente al primo, abbiamo che il Giappone è una potenza manifatturiera. E’ una nazione che si basa sull’industria, il terziario avanzato, la ricerca di base. Brevetta un sacco e se vuole sopravvivere deve, esattamente come l’Italia, trasformare materie prime in prodotti di valore aggiunto come auto, elettrodomestici, sistemi difensivi, elettronica, nuovi materiali, impianti industriali etc. Aggiungiamo che la crisi demografica, più l’astio delle nuove generazioni verso certe professioni, ha aperto un problema molto serio per un paese così conformato: carenza di tecnici a tutti i livelli.
“I governi liberal democratici sono anni che stanno pensando a questa cosa e dal 2012 con la nuova legge sull’immigrazione le cose hanno cominciato a muoversi sul serio. La macchina burocratica, più precisamente il ministero di giustizia e il dipartimento immigrazione hanno direttive ben chiare e volte a colmare il gap di cui sopra con una serie di incentivi agli immigrati qualificati.”
Tutto ciò premesso veniamo ai punti salienti di quello che ci viene chiesto e delle tante osservazioni che si sentono in giro.

VOGLIO FARE L’INSEGNANTE DI ITALIANO, IL CAMERIERE, LO SGUATTERO…
Eccoci al dunque.
Caro laureato di Ca’ Foscari (e vale per quelli di Roma, Napoli etc ovviamente) che vuoi venire a lavorare in Giappone: hai sbagliato facoltà.
Sia chiaro, la colpa non è dell’università brutta e cattiva, la colpa è tua che hai scelto di infilarti in una nicchia e la nicchia ti uccide. Interpreti, insegnanti di italiano etc ce ne sono a frotte, gente che ho conosciuto e che vuol aprire scuoladiitalianopizzeriabargelateriaviaggipergliappassionatidigiappone pure. Siete arrivati tardi e il mercato è saturo.
“Ciò non significa che non possiate farcela (qualunque cosa voglia dire) e che è impossibile, semplicemente avrete problemi, molti problemi. Da mettere pesantemente in conto. E no. Non siete speciali come vi ha fatto credere la mamma.”
Vieni in un paese basato su export, manifatturiero, progettazione e ricerca come umanista: cosa hai da offrire?
Pizza, poesia e mandolino? 
Sappi che l’Italia è uno dei tanti paesi al mondo visitati dai giapponesi, così come è un (seppur importante) produttore di alimentari, ma è comunque uno dei tanti che si trovano sul mercato giapponese. E se si vendono i vini cileni, californiani, australiani etc. tanto schifo ai locali non lo devono fare (ne ho assaggiati e son buoni, niente da dire).
"Essere italiano non è necessariamente un plus: molti hanno l'immagine del cafone donnaiolo inaffidabile col catenazzo d'oro, che non è proprio l'immagine che vorrei offrire ad un potenziale datore di lavoro"
Inoltre insegnare la lingua ha due inghippi: trovare la scuola che vi assuma (e ormai molti hanno certificazioni per l’insegnamento della lingua italiana da offrire, quindi non è più qualcosa di così speciale) scontrarvi con chi insegna IN NERO a meno di 1,500 yen all’ora o con chi lo fa GRATIS come scambio linguistico.
MA IN ITALIA FINIREI IN UN CALL CENTER!
E giustamente aggiungo. Perché l’Italia è un paese con la stessa strutturazione del Giappone, ossia export e manifatturiero a tenere in piedi la baracca, con il piccolo problema che il tessuto industriale è in collasso quasi irreversibile e la densità di aziende sul territorio è troppo bassa per reggere chiusure a catena.
“In Giappone il call center te lo sogni dato che ci sono 127 milioni di giapponesi che il giapponese lo parlano meglio di te e me.”
Dunque: quale è il tuo placing? Dove è il tuo dio?
In Giappone un perito industriale con esperienza (minimo 10 anni [1]) può lavorare tranquillamente. E non è neppure laureato, pensateci.
MA IO SO IL GIAPPONESE, L’ITALIANO E L’INGLESE!
E il mio amico algerino sa arabo e francese a livello nativo, mentre inglese e giapponese a livelli buoni con l’aggiunta dell’italiano a livelli più che dignitosi. Se il Giappone vuole espandersi lo farà, ad esempio, verso paesi di lingua araba (immigrati madrelingua non mancano tra l’atro), non certo verso l’Italia che è un mercato fermo, anche se collaborazioni ce ne sono per carità. Anzi penso che molte realtà MANIFATTURIERE italiane medio piccole potrebbero venire in Giappone se qualcuno li supportasse, dato che al di fuori di food e fashion (con alcune eccezioni) le nostre istituzioni se ne guardano bene dal dare un supporto concreto alle imprese del comparto manifatturiero.
“Pensate ad aiutare aziende italiane a venire in Giappone. Non trovate lavoro? Offritevi come consulenti esterni, metteteci di tasca vostra i quattrini e investite sulla vostra conoscenza del Giappone e del giapponese, se ci credete veramente nell’utilità di quello che avete studiato”
Mesi fa parlai coi presidenti delle filiali giapponesi di aziende italiane (meccanica e macchinari). Gente che mi ha fatto un’ottima impressione, aziende serie che investono e che qua ci son venuti con le proprie gambe decenni orsono, ma che in Giappone non hanno motivo per assumere un italiano esterno alle loro organizzazioni. Il perché è molto logico:
“Il valore aggiunto di un italiano è che porta il suo bagaglio di crescita professionale maturato nell’azienda italiana in Giappone.”
AVERE UN VISTO IN GIAPPONE E’ DIFFICILE?
Parlando con un amico svizzero che ha lavorato un po’ in giro per il mondo e con altri tecnici qui, siamo arrivati alla conclusione che no, NON E’ PER NULLA DIFFICILE. A patto che possiate offrire ciò che vogliono le imprese giapponesi.
Se un tecnico con esperienza venisse qui a studiare la lingua con un permesso di soggiorno da studente (anche 1 anno, non necessariamente i due anni precollege) può fare la conversione del permesso di soggiorno con un modulo di 4 PAGINE (due compilate dall’azienda e due dal richiedente), certificato di assunzione, status patrimoniale dell’azienda e 1 FOTOTESSERA. Poi si paga la marca da bollo di 4000 yen all’emissione.  Questo se l’azienda che vuole assumervi è di "dimensioni" decenti (ossia paga un minimo di tasse annuali e/o è quotata in borsa) è sicuro che sia in categoria 1 o 2, detto altrimenti non sono sospettati di essere delle aziende di cartapesta messe in piedi per tirare dentro immigrati.
“6 pezzi di carta e una fototessera: visto di 5 anni alla prima emissione”
Chi dice che è complicato trovare uno sponsor è, molto probabilmente, la stessa gente che lavora in scuoladiitalianopizzeriabargelateriaviaggipergliappassionatidigiappone, ossia in aziende di categoria 3 o 4, quelle maggiormente sospettate dall’immigrazione nipponica, non per nulla la documentazione da produrre si allunga a dismisura fino alla dichiarazione giurata di pagarvi il biglietto aereo e gli eventuali debiti.
“In Giappone l’azienda si fa carico delle cazzate che combinate fuori dall’orario e dal posto di lavoro.
Anche per questo alcuni nostri gentili connazionali pare chiedano ai giovini in cerca di un visto di versargli 2-3000 Euro, dato che loro tengono famiglia e non possono pigliarsi una simile responsabilità. Fatevi/gli un favore: DENUNCIATELI.”
Poi per carità potreste giocarvi la disperata carta di sposarvi con un/a locale, dopo 3 anni il visto permanente e finisce lì [2] Ma il visto senza un lavoro è solo metà del problema.
 “Volete veramente basare la vostra sopravvivenza in Giappone sul solo matrimonio (magari non troppo convinto) con un un locale? potreste avere brutte sorprese: tipo trovarvi con una bomba innescata tra le mani…”

MI ISCRIVO AD UNA SCUOLA DI LINGUA POI MI INVENTO QUALCOSA
E’ quello che fanno in molti.
La burocrazia non è un problema, scrivete alla scuola e loro vi mandano i moduli da compilare e tutte le formalità.
“Mettete in conto 1.8/2 milioni di yen per mantenervi per un anno da dichiarare all’immigrazione”
Se lavorate part time, potreste non riuscire a conciliare lo studio con il lavoro e, dipendentemente dalla serietà della scuola, rischiate che vi sbattano fuori o si rifiutino di farvi la domanda di prolungamento del permesso di soggiorno per mancanza di risultati o percentuale di presenza troppo bassa. E ricordate che la scuola vi porta via almeno 4-5 ore dalla giornata, che non è poco.
Col lavoro part time vi pagate forse i 70,000 yen di affitto in share house nel caso di Tokyo, ma mettete in conto un budget mensile MINIMO di 160,000 yen. Se invece affittate per conto vostro con contratto chintai standard di due anni (che NON  vuol dire che dovete starci due anni) potreste azzardarvi a scendere a 130/140,000 yen al mese dipendentemente da quante pieghe volete fare (includendo mangiare, bollette, trasporti etc).
LIVELLO MINIMO DI GIAPPONESE
Semplicemente non esiste. “The more the better” verrebbe da dire, dato che vivere in un paese straniero, per giunta culturalmente agli antipodi con l’Europa, non è una cosa rilassante e la lingua aiuta a girare intorno ai problemi.
Qua come caucasici facciamo la parte dei negri, nel senso che con i locali ci becchiamo tutta una serie di svantaggi e pregiudizi, oltre al fatto è molto probabile che la lingua la sappiano meglio altri asiatici (i cinesi son mediamente forti coi kanji, i koreani hanno una buona cadenza del parlato fin dai primi momenti e una grammatica molto simile).
Alcuni lavorano qui praticamente con l’inglese. Tuttavia nella stragrande maggioranza delle offerte un certo livello di giapponese viene SEMPRE richiesto: se siete tecnici si parte da N3 (per poche posizioni); normalmente chiedono il NATIVE LEVEL che non vuol dire N1 (che non è certo native level), ma ci si attesta su N2 come buon punto di partenza.
Se potete prendere una certificazione che comprovi la vostra competenza linguistica. Che non vuol dire per forza JLPT: va bene tutto quello che potete dare qui in Giappone (BJT, JTEST, stocazzo…).
“Non gliene frega nulla a nessuno di cosa vi certifichi, l’importante è che dimostriate di poter sostenere un colloquio [3] in lingua Giapponese, rispondendo pertinentemente alle domande”
Tenete presente che aziende che esportano hanno personale giapponese che parla inglese al proprio interno  se devono fidarsi di qualcuno per le traduzioni probabile che questo qualcuno sia giapponese.
TROVARE LAVORO (RIVOLTO AI TECNICI, ASTENERSI UMANISTI GRAZIE)
Se scegliete una zona come Tokyo, Yokohama, Nagoya o Osaka (centri del manifatturiero nipponico) avrete maggiore possibilità di trovare aziende in cerca di personale [4]. 

"In tre/quattro mesi di ricerca e colloqui un tecnico può arrivare ad avere un contratto di lavoro. Basta sbattersi e mettere in conto che una selezione può richiedere tre giorni, così come si potrebbe protrarre fino anche a un mese con due/tre colloqui."

Preparatevi a ingoiare merda, preparatevi a sentirvi dire in faccia che preferiscono prendere giapponesi (anche se non ne troveranno dato che sono in deficit di tecnici), preparatevi a conversazioni surreali sul fatto che sappiate o meno parlare la loro lingua (detto placidamente davanti a voi che li capite…).
Scrivetevi il curriculum giapponese (履歴書) mettendo in conto che c'è anche chi lo vuole scritto A MANO e il dettaglio delle vostre esperienze lavorative (職務経歴書), tenendo bene a mente che quando si parla di soldi si parla di LORDO. A cui togliere grossomodo un 20% di tasse statali e un 10% di tasse prefetturali e locali, oltre all’assicurazione sanitaria obbligatoria (nel caso di shakai hoken metà pagata da voi e metà dall’azienda, tra l’altro deducibile dall’imponibile delle tasse locali).
Le paghe non sono altissime per posizioni “normali” (fuori dal management), diciamo che il lordo è grossomodo quello italiano, ma commisurato al livello di tassazione e al costo della vita partire dai 4,5/5 milioni di yen all’anno non è malaccio.
“Le paghe si sono abbassate parecchio anche in Giappone, dipendentemente dal vostro stile di vita e dall’accortezza nel fare la spesa potreste risparmiare una discreta cifra ogni mese oppure non starci dentro per nulla.”
Una specie di TFR esiste, ma è facoltà dell’azienda. In pratica è una buona uscita all’atto delle vostre dimissioni.
I premi aziendali (tredicesima e quattordicesima) li prendete solo dopo il primo anno di lavoro.
I trasporti casa-lavoro sono normalmente pagati dal datore di lavoro, se non lo fanno iniziate a porvi dubbi sulla qualità/affidabilità del posto che vi propongono.
Le straordinarie sono retribuite, così come il lavoro festivo e notturno, tuttavia ci sono aziende che pretendono un forfait di ore extra non retribuite che possono andare dalle 10 alle 30 ore per mese.
Ci possono essere dei superminimi rispetto alla paga base (手当) e possono includere l’alloggio, il sostegno alla famiglia, indennità di trasferta etc. Per l’alloggio può essere offerta una sistemazione aziendale con un affitto pagato dal datore di lavoro dallo 0 al 100% (aspettatevi decurtazioni di paga minima in quest’ultimo caso).

CONCLUSIONE
Chiedetevi sempre da chi vengono certi tipi di affermazioni e ragionate sempre. In Giappone non ci sono solo pizzaioli e insegnanti di italiano, con tutto il rispetto per le suddette categorie, ma anche gente che lavora in fabbrica, in centri di progettazione e ricerca.
E' una questione di punti di vista. Con l'eccezione di Albino e pochi altri il grosso dei blogger sul Giappone hanno potuto offrire una visione parziale di quello che può offrire questo paese: sia chiaro non ci sono i tappeti rossi per nessuno, ma corsie preferenziali si. 
"Si chiama pianificazione dei flussi migratori e ci si gioca il futuro di un paese."
---
[1] Il solo diploma non basterebbe per via degli anni di studio 5+3+5 = 15 anni di scuola, uno in meno che in Giappone e il visto non lo danno.
[2] a essere cattivi si potrebbe dire che una certa fetta di residenti in questa categoria, senza il  matrimonio, un permesso di soggiorno lo avrebbe visto col binocolo.
[3] Colloquio e lavoro sono comunque su due livelli differenti. I colloqui se vi preparate bene il vostro profilo e delle domande da porgli (anche banali) non è impossibile. Salvo casi eccezionali colloqui in inglese li fanno solo le partecipate a capitale straniero (外資系企業).

[4] Densità industriale impressionante. Io, che non sono nessuno, ho fatto colloqui in 2 aziende dei maggiori Keiretsu nipponici tanto per dire.

mercoledì 5 febbraio 2014

Pizzata milano 2014

Ciao
La mi assenza e` continua ma ci sono ragioni che mi impediscono di scrive.
Primis la promozione che sta diventando un inferno visto che sono sotto attacco dai Giappi.

Sono a Milano per un training dal 17 a 21.

Chi vuole beccarsi per la solita pizza mi mandi un mail.


Luca