sabato 20 luglio 2013

Il terzo strato - ossia "come non aprire un conto corrente in Giappone e altre cose"

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Ai nuovi e vecchi lettori: ricordo che i post marchiati con il "bollino di qualita' "(lol) sono quelli curati da mamoru, gentilmente ospitati dal padrone di casa, Luca da Osaka, attualmente tornato dalla trasferta in Italia per la gioia di grandi e piccini.



Attenzione

L'argomento trattato parte da alcune esperienze dirette e mi pare il caso di fare alcune precisazioni per evitare fraintendimenti:
- trattasi di esperienze ed opinioni personali
- le questioni descritte hanno valenza nel periodo di scrittura del post, cio' significa che le cose possono anche cambiare col tempo
- non prendete tutto come oro colato ossia, come diceva Giulio Cesare:
 "diffidate delle citazioni latine che trovate su Internet"

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Ora poniamo il caso che qualcuno, per comodita' o per semplici fatti propri, volesse aprire un conto corrente in una banca giapponese.

Bene, uno pensa: vado in banca gli butto sul tavolo un equivalente di X mila euri giapponesi e mi aprono il conto.

Bene: think again!

L'idea che mi sono fatto del paese e' quello di una cipolla, ossia di un insieme di strati che possono essere aggiunti (e/o tolti) a discrezione dei singoli, secondo il tempo atmosferico, il tasso di umidita' dell'aria o con un lancio di un dado a 16 facce.

Il primo strato (quello piu' esile) e' la legge, abbastanza vago da essere allungato e accorciato dalla polizia in modo da mettere al gabbio secondo le necessita'. Un set di regole di base a cui ubbidire almeno formalmente.

Il secondo strato e' quello della consuetudine: mio nonno faceva cosi', mio padre pure, io faccio cosi' perche' lo facevano loro e mio figlio continuera' la tradizione altrimenti sono mazzate sui denti. Se anche sono consuetuidini del cazzo, normalmente non si discutono, si continuano a praticare.

Il terzo strato (il piu' temibile) e' quello che potremmo scientificamente chiamare "il girone dei cazzi vari", meglio conosciuto come quell'insieme di situazioni surreali con le quali prima o poi ogni straniero in Giappone si trova a doversi misurare.

La gerarchia degli strati e' terzo > primo / secondo.

Ora, per aprire un conto il primo strato vi dice di essere residenti: avete il vostro permesso di soggiorno (Zairyu Card) valido, vi siete registrati all'anagrafe del comune di residenza etc.

Il secondo strato vi dice che per firmare il conto vi chiederanno un hanko, ossia un sigillo di medievale memoria, che verra' registrato dalla banca come sorta di firma da usare per le operazioni allo sportello, tra cui l'apertura del conto stesso.
Alcune banche (applicando il terzo strato di cui discuteremo in seguito) in alcuni casi se ne sbattono della tradizione e lasciano usare la firma.


Nota culturale

Un privato puo' usare piu' hanko per diverse funzioni: banca, contratti, timbrini in fronte alle fanciulle etc. E' chiaro che si tende a tenere separate tali funzioni, ma nessuno vi impedira' di fare i timbrini alle fanciulle con la vostra firma bancaria: AFFARI VOSTRI.

Il sigillo bancario puo' essere anche non registrato formalmente (depositato in comune), l'importante e' che ce l'abbia la vostra banca a database, un po' come la firma del titolare nelle banche italiane.

Sull'hanko viene inciso il vostro nome nella forma che piu' vi aggrada: kanji, romaji, katakana. Il pattern esatto lo decide quello del negozio, normalmente gli si dice come lo si vuole (tipo di carattere orientamento orizzontale, verticale etc), in che materiale (avorio, legno, plastica) e se volete la custodia (oppure ve la comprate in un 100 yen shop). Si va da 1,500 yen a 7/10,000 yen  e oltre per quelli piu' raffinati.

Ci sono anche quelli di produzione di massa con i nomi scritti sopra che vedete in vendita nelle teche in qualsiasi reparto di cancelleria, quelli vanno giusto bene per i cassieri dei negozi quando timbrano gli scontrini. Il concetto e' che il pattern deve essere piu' custom possibile. Anche qui potete usarne uno gia' fatto e prodotto in soli 30.000 esemplari: AFFARI VOSTRI.

Una parentesi a parte la merita il Jitsuin, un hanko speciale, nel senso che e' piu' grande, piu' complesso e piu' cattivo degli altri. Il Jitsuin va registrato in comune, il quale lo mette nei propri archivi e rilascia un certificato di registrazione: col jistuin ci comprate le case e altra roba seria. Il jitsuin e' la vostra vita, siete voi e va custodito scrupolosamente e non scherzo se vi dico che potete trovarvi sfrattati e divorziati a vostra insaputa...
***

Soddisfatto anche lo strato della tradizione uno e' portato a pensare che sia tutto a posto. 

Per scrupolo aggiuntivo si trova conferma sui siti dei principali istituti bancari nipponici sul cosa serve effettivamente per aprire un conto semplice:
- documento di identita' (permesso di soggiorno per gli stranieri)
- hanko
- soldi (!)

I tre semplici passi pubblicizzati da molti: facile, no?


Col cazzo...

A seguire riepilogo come e' andata in alcune filiali, tanto per non fare nomi.

Mitsui
Preso il numerino all'accoglienza e dopo aver atteso la chiamata allo sportello, un'altra signorina chiede lo scopo della visita: 
"apertura conto corrente"
"nuovo cliente?"
"si"
"quanto vuole depositare"
" XXX,000 yen poi ho altra valuta estera da cambiare"
(lo scrive su un pezzo di carta)
"va bene, potrei avere il permesso di soggiorno per cortesia?"
"prego"
"attenda un momento per favore"

sparisce per 15 minuti e poi la vergine ritorna allo sportello.

"mi dispiace ma non puo' aprire il conto, lei non e' residente"
"eh?"
"no dicevo, non e' residente"
"me lo scrive perche' mi pare di aver capito male?"
"非居住者"
"ah..no, scusi sono registrato all'anagrafe come residente"
"si ma devono passare 6 mesi"
"6 mesi di che"
"non puo' aprire il conto se non dopo sei mesi di residenza"
"io quei soldi li vorrei depositare qui da voi, vorrei capire il problema?"
"li potrebbe lasciare qui, ma per sei mesi non potrebbe fare alcuna operazione"
(questa spero di averla capita male io)
"scusi, ma quale legge e'?"
silenzio e sgardo perso nel vuoto
"scusi, ma e' una regola della banca?"
silenzio e sgardo perso nel vuoto
"grazie e arrivederci"

Mitsubishi UFJ
Bloccato dalla vergine all'ingresso: "e' necessario che venga con l'hanko."
Si ok, ma io volevo solo delle informazioni...

Mizuho
Anche qui bloccato al banco informazioni, arriva a dare man forte un individuo della banca al quale vengono fornite tutte le informazioni e mostrati i documenti come in Mitsui.
"Perche' vuole aprire un conto corrente?"
"Saranno anche cazzi miei, gli fanno schifo i soldi a questi??" 
(pensiero balenato all'istante)
 ...
dopo le solite inutili spiegazioni del perche' una persona normale necessita di un conto corrente, alle tante arriva il terzo strato:
"si puo' fare, ma deve aspettare 6 mesi"
"grazie e arrivederci"

Tomin (Tokyo tomin ginko)
Banca locale relativamente piccola, se non ricordo male fu uno dei cavalli di battaglia  zoppi di Shintaro Ishihara anni fa quando ebbe alcuni problemini, ma sorvoliamo.

Qui non ci sarebbero grossi problemi ad aprire un conto, la vergine allo sportello spiega gentilmente che l'hanko e' obbligatorio in quanto policy aziendale, inoltre a domanda risponde che non ci sono limitazioni dato che non sono giapponese. Per sicurezza glielo chiedo due volte.

Qui pare che non ci siano veramente problemi di sorta, ma non proseguiamo oltre data la dimensione dell'istituto. Ho le mie riserve sul fatto che la pratica potesse andare in porto realmente.

Shinsei Ginko
Casualmente la preferita dai non giapponesi: in 30 minuti fate il conto corrente e avete il bancomat (la prima cosa da scegliere, la piu' importante, e' il colore: alcuni potrebbero essere non disponibili presso sede e se proprio lo volete aspettate 1 o 2 settimane).

Come in tutte le banche giapponesi il PIN di 4 cifre lo scegliete voi (Shinsei ve lo fa inserire in filiale mediante un tastierino allo sportello, Mizuho ve lo fa scrivere sul contratto, ma a voi NON ne rimane alcuna copia, quindi tenete a mente per bene i codici).

Il conto si puo' aprire con Hanko oppure con la vostra firma a penna, non so quanto debba essere fedele a quella depositata, in Italia ho visto che ce l'hanno a terminale e la controllano la fedlta' della grafia se non siete un cliente che passa in sede spesso.



Conclusione
Dopo una serie di approfondimenti la regola dei sei mesi, in realta', non esiste.
Va semplicemente a discrezione del direttore di filiale se infischiarsene o meno; se interviene la vostra azienda/coniuge giapponese, come per magia potreste non avere tutti questi problemi di residenza, non residenza, sei mesi, cazzi e mazzi.

Semplicemente viene messo tutto da parte, srotolato il tappeto rosso e via: grandi amiconi.

Come nel caso di Er Kuma (nome di fantasia) che dopo una settimana in Giappone aveva il conto in una delle sopracitate grandi banche giapponesi (no Shinsei), con la sola firma e senza hanko.

Il tutto lo possiamo archiviare tra le paranoie giapponesi, quelle che, attraverso il terzo strato, si materializzano in ostacoli aggiuntivi rispetto alle regole formalizzate o al comune buon senso.

Come quella volta che volendo vendere due modellini da 50 euro, mi chiesero il documento alla cassa (dove era appeso l'elenco dei documenti accettati tra cui patente, tessera da studente, passaporto, gaikokujin  torokushomeisho etc).
Bene gli porgo il passaporto e mi sento rispondere:

"il passaporto e' una richiesta che vale solo per i cittadini giapponesi"
 

Perche' ovviamente i cittadini giapponesi IN GIAPPONE girano SEMPRE con il passaporto in tasca...

Morale: li mando a cagare vado da softmap dove mi chiedono se preferisco essere pagato in contanti oppure punti sulla tessera. doh!

Benvenuti nel paese del terzo strato.



In breve (e vale sempre il disclaimer a inizio post)

Grazie ad alcune testimonianze raccolte e ad esperienze di prima mano possiamo fare il punto della situazione dell'infernale "girone dei bancari" (tipo Mizuho, Mitsui & C. i pezzi grossi del comparto):
  • se avete un visto di sei mesi siete sostanzialmente morti...
  • se non siete residenti da almeno sei mesi potreste vedervi rifiutata l'apertura di un conto corrente, anche se accompagnati dal datore di lavoro
  • se non siete residenti da almeno sei mesi, di default il bancomat non ve lo danno e la carta di credito toglietevela dalla testa (almeno se parliamo delle principali banche giapponesi)
  • senza bancomat potete comunque fare operazioni in qualunque nella filiale in cui avete aperto il conto con il libretto e l'hanko
  • per l'internet banking vale il discorso del bancomat
  • ovviamente essendo tutto discrezionale quanto sopra non vale un emerito nulla...
Per Shinsei Ginko:
  • procuratevi un numero di telefono cellulare (una SIM b-mobile va benissimo, a morte Softbank e i-phone)
  • registrate la residenza in comune che ve la annotano dietro la Zairyu Card, la trascrizione in katakana del vostro nome usata in comune converra' adottarla anche per la banca giusto per evitare di avere piu' di una trascrizione fonetica e fare casino
  • andate nella filiale Shinsei che vi sta piu' comoda con zairyu  card + nr. di telefono ed eventualmente hanko (non obbligatorio)
  • scegliete il colore del bancomat che piu' vi aggrada (se non siete masochisti possibilmente tra quelli disponibili in quel momento presso la filiale)
  • vi faranno compilare al terminale i soliti dati anagrafici, controllateli e occhio alla trascrizione in katakana del vostro nome
  • i soldi non servono, il conto lo aprite a 0 yen e poi li potete versare mediante un qualunque ATM che vi rilascia il saldo del conto a fine operazione (controllate sempre se pagate commissioni e se ci sono limiti orari di utilizzo o altro, l'ATM di solito vi fa presente se c'e' la commissione prima di fare le operazioni)  o mediante trasferimento bancario
  • occhio che il conto in valuta estera di Shinsei e' un prodotto speculativo pensato per operazioni sul mercato Forex e non e' coperto dall'assicurazione sui conti correnti, inoltre non potete ne' versare ne' ritirare contante in valuta estera 

  •  " E se sono in una zona del Giappone dove non c'e' Shinsei?"
    Ecco, ti attacchi al tram e vai da Citi Bank o ti inventi qualcosa d'altro.
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23 commenti:

  1. Mamoru nella versione mobile alcuni colori non si leggono.

    Sono curioso di leggere quello che mi sono perso :)

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  2. graie ella segnalazione toto, sono i soliti casini dell'intrfaccia WYSIWYG...troppo garbage nel HTML del post.


    adesso si dovrebbe leggere :)

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  3. Ciao a tutti,

    ho trovato un articolo che parla del lavoro in Giappone e mi sembra interessante.

    é in spagnolo ma penso che non avrete problemi a capirlo.

    (chiedo scuse x il mio italiano, è una seconda lingua x me)

    una bella giornata per tutti.

    http://espanol.ipcdigital.com/2013/07/20/los-diez-trabajos-que-conducen-a-una-muerte-prematura-en-japon/

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  4. M'ha piaciuto molto il tuo articolo,(scusate il linguaggio, sono un po vecchiotto e a certi termini come post non mi abituo.


    Sono un Italoargentino che ha emigrato due volte, e purtroppo te dire che il secondo e terzo strato sono abbastanza universale. :>((

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  5. Grazie e benvenuto sul blog!
    Interventi come il tuo sono sempre bene accetti perche' ben argomentati e aiutano ad ampliare la visione dei fatti.



    Terzo strato mi suonava bene, vista l'assonanza con il "terzo stato" e la riconducibilita' alla cipolla :)
    non so se qualcuno lo abbia usato prima di me.


    devo pero' fare una correzione date le news arrivatemi oggi: il conto col libretto lo si puo' usare solo per ritirare dalla propria filiale.

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  6. Quando studiavo a Kanagawa ho aperto un conto semplice presso la Yokohama, solo libretto e bancomat gratuiti, per via del baito che facevo. Effettivamente essendo lì da più di sei mesi non so se anche loro tirano in ballo la regolina fasulla. Volevano l'hanko ma l'avevo già per via del contratto di affatto del monolocale in cui vivevo (hanko pacchianissimo con scritto in katakana MON perchè, sotto consiglio dell'edicolante che me lo ha fatto, l'avrei pagato molto meno e sarebbe andato bene ugualmente (.....). Zero casini e i miei hanno fatto tranquillamente un bonifico dall'Italia, sono semplicemente dovuta andare in banca per controllare l'importo. La noia è stata doverlo chiudere prima di tornare in Italia, scema io che gliel'ho detto, sarei potuta infischiarmene e non passare per la banca prima di tornare.
    Poi ovviamente quando si è solo ryuugakusei è MOLTO diverso dall'essere residenti.

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  7. Il discorso del ryugakusei conta e non conta perche' fanno "valutazioni case by case".


    C'e' gente sposata a cui hanno fatto storie per l'apertura del conto per lo stesso motivo: poi magari si e' messo in mezzo il coniuge e hanno trovato un accordo, pero' il problema si e' posto pure a loro..



    Per l'hanko, trattandosi di un discorso tra privati, come dicevo anch'io, qualunque cosa va bene: e' una scelta personale quella di firmare tutto con lo stesso hanko. Solo un discorso del proprio livello di sicurezza/paranoia.


    Magari pensando al caso in cui uno va in banca dopo aver sottratto l'hanko a qualcun altro e fa operazioni allo sportello: se il possedere l'hanko e' considarata una "delega" oppure no.
    Per alcuni casi di ho sentito la cosa pare pure fattibile.


    In ogni caso e' una scelta personale e come tale non c'e' un modo giusto e uno sbagliato.

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  8. Ti avvevo avvisato che avresti sofferto come un cane.

    Ci vediamo domenica

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  9. un argomento che mi tocca direttamente dato che ad Ottobre mi trasferiro' in Giappone e stavo giusto pensando di aprire un conticino, soffriro' in silenzio come un vero samurai e manterro' la calma e il controllo delle emozioni, lo prometto, mi sfoghero' solo a casa tra le mura domestiche forando tutti gli shoji con il famoso colpo dei 100 pugni di Okuto e sradicando diversi tatami con i denti.

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  10. Per rimanere "fair" vorrei far notare che ad esempio in Italia gli assegni possono essere incassati A DISCREZIONE del cassiere... anche noi... :)

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  11. ciao luca.
    leggo spesso il tuo blog. anche io sono stato stidente in giappone 1 anno fa, ma dopo 1 mese io e tutti i miei compagni di classe avevamo il conto con il bancomat e qualcuno anche la carta.
    penso che forse hai capito male, o un anno fa le regole erano diverse, visto che io non ho avuto problemi anche senza essere aiutato dalla scuola.
    continua con il blog! ciaoo...

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  12. Specifica dove e in quali banche, perche' e' importante. Il discorso fatto sopra e' circoscritto.

    Tranne Shinsei le banche grosse giapponesi (Mizuho, Mitsui) ti fanno storie. Non so se e' la legge antiriciclaggio che gli ha fatto stringere le maglie (attorno agli stranieri ... dato che alla Yakuza hanno continuato a prestare imperterrite) o cosa. Le filiali descritte nel post o meglio i responsabili delle suddette filiali hanno deciso, nell'ambito della loro discrezionalita', di rifiutare l'apertura del conto. In Mizuho tramite conoscenze hanno accettato al secondo tentativo, ma RIFIUTANDO il bancomat per i primi sei mesi.

    Da notare che non c'e' scritta da nessuna parte sta cosa dei sei mesi.

    Per questo molti che si trovano a Tokyo aprono subito in Shinsei Bank, perche' e' una delle banche giapponesi che DA SUBITO ti da' il bancomat. Che e' una cosa senza senso perche' col bancomat mica puoi sforare...mah.
    La carta invece, te la danno "facilmente" da Citibank, guarda caso non parte di un gruppo bancario nipponico...

    Il concetto non e' che non si puo' aprire un conto, e' che lo puoi aprire subito MA in certi posti e a certe condizioni e NON te lo fanno aprire anche se rispetti tutti i criteri che richiedono formalmente.

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  13. il conto dopo due o tre settimane l'ho aperto lo stesso.
    Ma fuori da Shinsei (30 min per conto e bancomat) non hai idea di quanto possa essere umiliante sentirsi rifiutare un conto senza un motivo plausibile. Un poco come quando non ti vogliono affittare perche' straniero e appena sentono che non sei giapponese ti chiudono il telefono in faccia.

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  14. Ciao e grazie della risposta. Io ed i miei compagni usavamo diverse banche, anche mitsui e mitsubisci, rakuten e la chiba.
    Non ho mai sentito di nessuno con problemi nella mia classe e si che la banca per ki sta qui è necessaria

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  15. Ciao e grazie della risposta. Io ed i miei compagni usavamo diverse banche, anche mitsui e mitsubisci, rakuten e la chiba.
    Non ho mai sentito di nessuno con problemi nella mia classe e si che la banca per ki sta qui è necessaria altrimenti come si va avanti?
    Per la carta di credito non só e uso quella italiana, ma mi sembra strano che sia facile averla se non danno il bancomat secondo te, anche se la banca non è giapponese. Altrimenti la farebbero tuttiz.

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  16. Anche questo non mo è capitato, anche se io non ho telefonato ma sono andato di persona a vedere appartamenti con il visto. tutta la mia classe si è sistemata, qualcuno da solo altri con contatti della scuola, ma certo se ci sobo problemi sono lo 0,1%?
    Questa è la mia esperienza, nessun problema affitti o banca. Sarà la zona?

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  17. Guarda chiariamo alcune cose.

    Premesso che vale il disclaimer all'inizio del post e ti posso raccontare cio' che e' capitato a me e ad altri. Detto questo sul discorso appartamenti io parlo di chintai, non di share house o roba tipo Sakura o Leopalace. Quella e' una cosa diversa da un contratto di affitto registrato (classico biennale con tutela di legge per l'inquilino).

    Per i posti a contratto standard sono pubblicizzate spesso le clausole 外国人不可 (niente stranieri) e anche se non la mettono non e' detto che li vogliano.

    Come per la banca il discorso e' DISCREZIONALE. Io non sono qua a dire (e' scritto sopra nel post) che il Giappone va cosi' o cola', ti dico che esistono situazioni in cui chiunque si puo' trovare e che non dipendono dal proprio atteggiamento o altro, ma si e' in balia di come gli gira.

    Ti posso dire che non sono il primo ne saro' l'ultimo che va in agenzia (non ho telefonato, mi son spiegato male forse, ma ero io di fronte a chi chiamava il proprietario): questo chiama e appena sentono che si tratta di uno straniero NON vogliono continuare il discorso, piu' di una volta nemmeno gli fanno finire la frase. mica una telefonata sola.
    Adesso, non dico problemi di visto o altro, non glien frega nulla. Anche perche' il visto te lo controlla la 保険会社 (a Tokyo ti obbligano a sottoscrivere la polizza e ti fanno lo screening di solvibilita' e intervista telefonica).



    Stessa cosa e' successa ad altri che, guarda caso appena messo fuori il naso dalle guest house si son trovati gli stessi problemi, tipo bel posto, ma niente stranieri.



    Ora, possiamo dire tutto, tranne che questi problemi siano una esigua minoranza: non lo dico io, guardati at home, chintai o altri siti e vedrai che quelli che non vogliono stranieri sono tuttaltro che rari, non saranno la maggioranza ma ci sono. Oh, almeno lo dicono, infatti non contesto quello, dico solo che anche se non e' scritto sull'inserzione non e' mica detto che non ci siano problemi: a quello dell'agenzia immobiliare gli attaccano il telefono in faccia quando ha detto che l'interessato non era giapponese e se anche dicono che parli la lingua...



    Personalmente ti dico che non fa molto piacere assistere alla scena.


    Questo per dirti che nemmeno la casa e' impossibile da trovare, semplicemente a volte ti complicano la vita per nulla. Prima ancora di sapre chi sei cosa fai, che visto hai, quanti soldi hai etc. Niente stranieri. E cio' restringe la scelta.



    Poi libero tu di generalizzare il discorso, io ti dico quello che vedo e sento. poi se uno si mette in testa che e' il 100% dei casi e' un problema suo, non mio. Pero' non si puo' nemmeno dire che la cosa tenta a 0, suvvia un poco di obiettivita'. Le pubblicita' sono li da vedere, mica le nascondono.

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  18. Discorso fatto sopra: e' discrezionale. Se trovi chi ti dice NO e' NO.
    Trovami la regola dei 6 mesi per il bancomat: non c'e' pubblicamente, e' una policy interna che applicano a discrezione. E piu' di una banca, e in zone opposte di Tokyo.
    Quindi qualcuno si e qualcuno no.

    PS
    Male che vada, se non ti fanno il conto ritiri via ATM e vai di contante o te lo porti da casa.

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  19. Ciao, e guarda che no voglio fare polemiche, ma solo farti notare che sicuramemte quello che dite riguarda la minoranza non spaventare chi legge!
    Io penso che sbagli il modo di porre il problema, tu leggi i casi negativi, solo perche nessuno scrive di quello positivi, la maggioranza. E' un errore comune, o io e i compagni di classe siamo stati tutti fortunati e voi no!
    A presto e ciao

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  20. spaventare chi legge?

    Scusa sopra c'e' scritto



    Attenzione




    L'argomento
    trattato parte da alcune esperienze dirette e mi pare il caso di fare
    alcune precisazioni per evitare fraintendimenti:

    - trattasi di esperienze ed opinioni personali

    - le questioni
    descritte hanno valenza nel periodo di scrittura del post, cio'
    significa che le cose possono anche cambiare col tempo

    - non prendete tutto come oro colato ossia, come diceva Giulio Cesare:

    "diffidate delle citazioni latine che trovate su Internet"

    con una premessa del genere capisci che nel post sono espresse opinioni personali. Se uno prende cio' che scrivo e lo generalizza come dicevo e' un problema suo, non mio.
    E' OVVIO (per me almeno) che nessuno puo' dire "nel paese X succede sempre Y", pertanto e' chiaro che cose come queste rappresentano una esperienza da cui dedurre cosa fare se...
    Fai cont che prima di aprire il conto tutti mi dicevano di andare in Shinsei, solo che avendo banche vicine alla mia stazione ho provato quelle prima. Poi mi e' toccato andare dalla parte opposta di dove stavo per shinsei.

    Se parliamo di contratti chintai, ripeto non di guest house che fanno pagare di piu' anche perche' incorporano il rischio straniero, il mercato espone apertamente il gaikokujin fuka su alcuni immobili.
    E' chiaro che se ti rivolgi a qualche agenzia e questa vede la nota e non chiama, sarebbero idioti a provare. Dunque il filtro lo fanno a monte e tu non lo sai.

    Pero' mi sembra veramente una cosa strana, visto che e' un problema noto da decenni quello degli affitti e che va messo in conto. Intendo e' senso comune, almeno di chi conosce un poco il giappone, che si puo' andare incontro a un certo pregiudizio dei padroni di casa... non sto qui a discutere se son tanti o pochi. Prendi delle inserzioni e ci vedi che non vogliono straneri e non ne vogliono sentire di ragioni, in fondo e' decisione loro.

    il concetto e' la discrezionalita', significa che shit happens. E se succede pazienza trovi un altro modo, ma almeno si sa cosa fare.

    Il problema non e' parlare di queste cose o se succedono spesso o meno, la cosa importante e' condividerle e spiegare cosa fare SE. Secondo te io dovrei scrivere che non c'e' nessun problema, quando invece ho toccato con mano che te ne possono porre a raffica?

    Guarda che se gli fai una domanda nel modo sbagliato, mica hanno la flessibilita' di venirti in contro: di default di piazzano un NO grosso cosi' davanti, poi capisci, riformuli e il no diventa un nessun problema.

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  21. Scusa forse non hai capito bene cosa ho scritto.
    Volevo solo dire che tu hai avuto dei problemi, io ed altri no, come dici tu anche le mie sono esperienze personali, linitate, ecc. Valgono meno delle tue? Non credo!
    Tutto qui, non c'e bisogno di scaldarsi tanto!

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  22. Come ho scritto non sono qui a fare classifiche, semplicemente ti ho posto delle domande per capire in quali situazioni si sono verificate le tue esperienze. Semplicemente mi pare di aver condiviso un certo numero di informazioni, ma avrei voluto solo qualche dato in piu' per capire meglio tipo gli affitti se erano chintai o share house (che non sono contratti i affitto propriamente detti, son piu' simili ad un albergo...).

    Collateralmente fai conto che proprio oggi parlavo con un tedesco che mi raccontava che gli avevano messo davanti il vincolo dei primi 6 mesi in almeno due banche, appena arrivato in Giappone come studente col visto annuale. Evidentemente non son l'unico con la faccia da delinquente :D

    Ciao e commenta che sei il benvenuto, sembro scontroso, ma non mordo, sono solo stanco :)

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  23. Certo, è per quello che lo ho scritto! E' evidente che le persone fanno esperienze diverse, e per fortuna solo in pochi hanno i problemi di cui parlavano.
    Gli affitti erano normali, niente shared home, e le banche quelle.
    Ciao mi farò ancora vivo allora.

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