lunedì 9 aprile 2012

La produzione di energia elettrica in Giappone - parte1

Premetto che, a causa di mancanza cronica di tempo, questo non e' un post vero e proprio, bensi' una raccolta di dati e qualche considerazione buttata li' che mi riservo comunque di approfondire in futuro. La pubblicazione spero stimoli un poco di dibattito e magari potra' essere anche d'aiuto a chi cerca informazioni sul tema.

mamoru
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Un anno fa avevamo visto le prime conseguenze del terremoto del Tohoku e dell'incidente della centrale Tepco di Fukushima sulla produzione di energia elettrica in Giappone.

Un post, in particolare, metteva in evitanza alcune problematiche tecniche delle infrastrutture giapponesi, alla luce degli ingenti danni provocati dal sisma e dallo tsunami alla rete di trasmissione ed ai siti di produzione di energia elettrica.

Superata l'emergenza iniziale, da molte parti si e' iniziato ad interrogarsi sul futuro energetico del paese, a cominciare dall'ex primo ministro Kan e dalle sue dichiarazioni su un possibile Giappone "nuclear-free" ed alla decisione di non autorizzare il riavvio delle centrali nucleari ferme per manutenzione programmata, richiedendo nel frattempo una serie di verifiche tecniche e progettuali sugli impianti per testarne il grado di sicurezza contro eventi di straordinaria portata.

Questa scelta sta portando allo spegnimento progressivo del parco nucleare giapponese, con un solo reattore, al momento, in funzione ed ha aperto un serio problema di approvigionamento energetico.
Per alcuni la notizia dello spegnimento delle centrali e' stata una gran bella notizia, associandola inconsciamente ad una svolta "green" dell'arcipelago verso un nuovo e radioso futuro.



Tuttavia guardando il grafico qui sotto (ingrandibile) ci si rende subito conto che le prospettive green di cui sopra si sono scontrate con la necessita' di continuare a dare energia ad un paese privo di risorse: se osservate le curve verde e rossa noterete che il venir meno del nucleare e' stato colmato facendo lavorare a pieno regime gli impianti termoelettrici (a carbone, olio pesante e GPL) con un calo complessivo della produzione (viola).

Produzione mensile di energia elettrica in Giappone 2005-2011 - energia generata
Se vi fate due conti  noterete che il Giappone ha una produzione annuale di energia elettrica dell'ordine di 900-1000 TWh che, per darvi un raffronto in termini assoluti (nonche' per tutta una serie di ragioni), e' grossomodo il triplo di quella italiana.

Dal successivo grafico si puo' analizzare il peso, in percentuale, delle singole fonti.

Produzione mensile di energia elettrica in Giappone 2005-2011 -percentuale delle fonti
Possiamo fare le seguenti osservazioni:
- il nucleare giapponese aveva una quota di produzione a cavallo del 30%
- l'idroelettrico ha un andamento stagionale piuttosto costante con un massimo di produzione attorno a maggio/giugno ed una quota a cavallo dell'8-10%
- il termoelettrico era stabilmente sopra il 50%
- la produzione su vasta scale mediante energie rinnovabili e' trascurabile ed ha un apporto di circa lo 0.3%
- dopo l' 11/3 e' palese che la produzione termoelettrica abbia assorbito anche la quota del nucleare.

Cio' che pare non preoccupare l'opinione pubblica e' che una quota di energia elettrica pari all'intera produzione annuale italiana viene attualmente ricavata bruciando combustibili fossili con relativa immisione in atmosfera di SOx, NOx, CO2 e particolati fini (PMx).
E qui trovo a dir poco paradossale la passiva accettazione del rischio ambientale che si porta dietro l'uso massivo del termoelettrico rispetto ad una certa radiofobia della popolazione che, tra l'altro, e' stata prontamente cavalcata dalla politica e ha portato a diminuire i limiti di legge a livelli inferiori a tutti gli standard internazionali (creando tra l'altro situazioni a dir poco ridicole, ma su questo troverete su Unico-Lab persone ben piu' competenti del sottoscritto che ve lo potranno spiegare per bene).

Dal punto di vista economico questa situazione ha comportato maggiori costi per importazione di ingenti quantita' di combustibili fossili, contribuendo al primo ingente rosso nella bilancia commerciale giapponese, situazione che se perdurante nel medio periodo rischierebbe di portare al tracollo del paese con il suo debito pubblico proiettato al 200% del PIL in un contesto internazionale pessimo. Senza contare che avere un paese con necessita' energetiche delle proporzioni del Giappone che rastrella idrocarburi sui mercati non contribuisce certo alla stabilita' dei prezzi, ma questo e' un tema che lascio ad altri.

Nel frattempo le centrali nucleari restano ferme, nonostante sia in corso una (doverosa) revisione in 3 parti di tutte le centrali:

1- misure aggiuntive di contrasto ai problemi emersi a Fukushima (generatori di emergenza offsite, sistemi di raffreddamento esterni) in caso di tsunami
2- stress test con simulazioni computerizzate della risposta sismica delle strutture e una verifica delle contromisure messe in campo per contrastare la possibilita' di meltdown
3- la messa in campo di una road map con tempi certi per definire gli interventi da mettere in campo per contrastare eventuali problematiche emerse nel punto 2

Nonostante questi passi il Giappone sembra restare diviso sul tema nucleare, con alcune comunita' (quelle vicino alle centrali in primis) che stanno risentendo pesantemente del fermo degli impianti, in quanto si trovano le casse locali senza una cospicua fonte di entrata e quelle piu' lontante che non trovano rassicurazioni nelle fasi di revisione in corso. E questo e', in parte, causato dalla scarsa capacita' delle autorita' di rassicurare ed informare in maniera semplice le persone e dalla confusione nella gestione dell'emergenza del 3/11 del precedente governo.

La cosa piu' disarmante e' che la questione sta entrando pesantemente nella polemica politica con argomentazioni che non guardano piu' a dati e numeri, ma al tornaconto elettorale locale (e qui polemicamente direi "in stile tedesco") o alla mera contrapposizione tra schieramenti.

In questi termini la richiesta di riavvio dei reattori di Oi (prefettura di Fukui) del governo del premier Noda e' un atto razionale alla luce della necessita' energetica del paese e commisurate alle performance delle strutture: 1200 gal di accelerazione massima e 11 metri di tsunami come prima linea di difesa oltre a mezzi aggiuntivi tenuti sulle alture in caso di emergenza.

Perche' ci sono molte attivita' umane che devono tenere conto del rapporto rischi/benefici (e questo magari lo si capira' meglio nella seconda parte del post). Nel caso di un disastro che superasse i parametri di Oi (fate conto che 980 gal sono pari all'accelerazione di gravita' media sulla terra) probabilmente l'ultimo dei problemi sarebbe la centrale, anche se per certa stampa 19000 morti dello tsunami son diventati un trafiletto (per alcuni l'inciso in una frase) tra gli articoli scritti su Fukushima.

E lasciatemi dire che se si dovesse accettare la politica del "rischio zero", allora qualunque attivita' umana in Giappone non dovrebbe essere permessa che tra tsunami, sismi, vulcani, tifoni e perturbazioni monsoniche varie non si fanno mancare nulla.



Infine, se non mi assale prima la pigrizia cronica, il post continuera' nella parte 2 con l'analisi della "curva piatta" (ma che piatta non e') della categoria delle energie rinnovabili (新エネルギー).
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26 commenti:

  1. Bello davvero, ben fatto mamoru!

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  2. Voi nuclearisti non sapreste cosa altro inventarvi pur di propagandare una forma di energia che è vecchia, insicura e contraria alla vita e alla natura.
    Il futuro consiste nel far calare la curva del consume energetico, quel grafico deve scendere!!
    Il futuro è la DECRESCITA che ci permetterà di vivere senza nucleare e senza energie fossili, basta carbone e basta petrolio!!
    Un mondo di rinnovabili dove si consuma meno e si vive a misura d'uomo, questo è il futuro, per chi davvero lo vuole vedere.

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    1. Io non penso che, dire questi dati e dire oggettivamente che senza il nucleare il giappone va a rotoli sia, da "nuclearisti". Semplicemente qui il signore che ha scritto questo post vuole far sapere con dati che senza il nucleare il Giappone se la sta vedendo brutta. Dire che il nucleare è vecchio e insicuro è una cosa ma dire che è contrario alla vita e alla natura sinceramente a me fa un po' ridere. Qualsiasi cosa che fa l'uomo è contrario alla vita e alla natura. Ma se lo è non significa che è una cosa negativa (vedi infrastrutture, cure mediche ecc.). In ogni caso è chiaro che il futuro sono le energie rinnovabili ma al momento non sono in grado di fornire energia quanto il nucleare. Questo perché:
      1. La ricerca è ancora agli inizi
      2. Sono costosi e fragili (e non credo che dureranno molto in un paese come il giappone soggetto a tutto e di più).
      3. Non si è ancora trovato un modo per imagazzinare l'energia prodotta dagli impianti solari.
      4. A causa del punto "3" non puoi basare il sostentamento di un paese in base a se c'è sole o no.
      Io sarei ben lieto di usare le energie rinnovabili, ma ora come ora sono troppo premature. Il nucleare è ancora necessario. Non si può cambiare dall'oggi e domani. Se si fa, come si vede dal Giappone, c'è un crollo di energia che porta solo danni. Io direi di utilizzare il nucleare finché non si passa allo step successivo, cioè alle rinnovabili. Come si è sempre fatto nella storia dell'uomo. E non fare salti solo perché altri ti dicono che il nucleare fa male o perché il popolo isterico e ignorante non lo vuole e tu politico vai a presso a loro perché vuoi voti, quindi soldi e potere.

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    2. Il futuro è la DECRESCITA

      Esisteva già un periodo in cui si consumava meno.
      Mio nonno non aveva il riscaldamento, e d'inverno moriva di freddo.
      Non aveva un'automobile, e a quei tempi la gente moriva in casa perché in caso di emergenza non potevano andare al pronto soccorso.
      Non c'era industria, e l'economia era talmente disastrata che si faceva la fame.
      Però consumava meno, oh bella.

      Se fosse ancora vivo ti prenderebbe a sberle (e fidati, una sberla delle sue ti ribaltava).
      Perché nella sua famiglia hanno iniziato a star bene quando ha lasciato il campo ed è andato a lavorare in fabbrica, che sì consuma energia e inquina, ma intanto gli dava uno stipendio sicuro con cui comprare del cibo.

      Questa puttanata della decrescita la dicono solo quelli che nella vita non hanno mai provato cosa significa patire il freddo e la fame.
      Facciamo una prova, ti metto un inverno intero senza riscaldamento in una località sopra i 45°, poi vediamo se parli ancora di decrescita.
      Tolgo energia all'azienda presso cui lavori (se lavori...), poi quando perdi il lavoro vediamo se parli ancora di decrescita. Cosa darai da mangiare ai tuoi figli? Tanto amore e fotovoltaico?

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    3. > Il futuro è la DECRESCITA che ci permetterà di vivere
      Ti correggo: "non ci permetterà di vivere" (vedi sotto)

      > Un mondo di rinnovabili
      Un mondo in cui non sai quanto e se produrrai energia. L'ideale per buttare sulla strada milioni di persone...

      > questo è il futuro
      E' il passato, ci siamo già passati, scusate il gioco di parole. Se vuoi tornare alla preistoria fai pure, basta che non lo imponga agli altri.

      Quest'ultima parte è generale, non sto pensando al caso "energia nucleare" e non è riferito a te: anche l'uomo fa parte della natura, mica è un essere artificiale, e come ogni essere, modifica e sfrutta la natura e le sue proprietà secondo le proprie capacità. Bisogna sì cercare un equilibrio rispettoso della natura stessa ma certe volte sembra che l'ecologismo-ambientalismo di certi (per me "falsi-ambientalisti" e "falsi-ecologisti") sia solo mero accanimento contro l'uomo stesso. Questa la mia opinione.

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  3. Mamoru, se permetti io aspetto codesto secondo articolo quasi promesso,poi, sì perché anche a me riesce fare divulgazione,pur non possedendo speciali "laboratori unici", ti ci faccio tutto un giro di cabotaggio e parto con le contro-proposte.
    Pure io c'ho 'sto vizietto di fare il logografo(mi permetti questo mio modo di narrare?per adeguarmi al tuo,sai) e di voler dar d'intendere più a me stesso che ad altri che una certa erudizione me la son formata...spesso ,però, i fatti che son alla portata dello sguardo di chiunque volesse immaginare di compiere il doveroso istinto di pensare mentre si osservano fatti ben visibili dovrebbe farci ricredere,se responsabili, o il contrario,se irresponsabili siamo sia nel compiere come nel semplice parlare.
    Il signor Mamoru dovrebbe farsi un giretto presso Cernobyl,presso Fukushima, e dovrebbe prendere atto visivo che non soltanto gli esseri umani bensì quelli animali sono ormai irrimediabilmente storpiati e avviati ad una vita assurda,per opera unicamente e genuinamente umana. Il rischio è incontenibile e le conseguenze irrimediabili.Parlando dell'energia atomica in tempo di "pace" basti per decidere se continuare a sprezzo di chicchessia o dimostrare d'aver senno.

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    1. dovrebbe prendere atto visivo

      Mamoru parlerà per sé stesso.
      Per quanto mi rigurada: io non prendo "atto visivo". Io prendo "atto razionale".
      Vado a Fukushima, vedo il disastro tutto assieme e mi fa impressione.
      Poi brucio gazzilioni di combustibili fossi, immettendo gazzilioni di tonnellate di inquinanti nell'aria. Quante persone, respirandole, si ammaleranno di tumori ai polmoni?
      Però queste persone moriranno ognuna nel loro letto, ognuna in un ospedale o in una casa diversa. Per questo non puoi prenderne "atto visivo". Se ti mettessi tutti i loro cadaveri vicino, uno di fianco all'altro allora ti renderesti conto. Ma così no. Siccome non puoi prenderne "atto visivo", chi se ne frega.
      Le persone razionali non basano le proprie scelte sulle sensazioni, ma sulla razionalità.
      Un disastro condensato e visivamente rilenvante è lo stesso che un disastro sparpagliato, anche se il secondo non ti fa impressione.
      Poi se tu vuoi fare il poeta fallo pure. Però quando si tratta di prendere decisioni che influenzano tutta la comunità fatti da parte. Ti metti in un angolo con il tuo quadernetto a fare il logografo e fai decidere a quelli che usano il cervello e non i sentimenti.

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    2. Parli con uno e ti risponde un altro. Secondo il tuo ragionamento "razionale",allora, sanciresti il fatto che i sentimenti sono dettati dal cuore e il raziocinio dal cervello?Ma il cuore non era un organo preposto al solo pompaggio del sangue? Ora è sede di sentimenti? Condividiamo gli stessi stimoli poetici dunque! Eppoi ,quasi come infilare le perline, una ad una, noi "poeti", dovremmo lasciare voi "raziocinanti" manipolare il mondo anche per noi? Insomma,più o meno è questo il succo di quello che stai tentando di farmi capire? Ma che gran bel raziocinare! Se trovo la medaglia te la appunto. La medaglia dell'arguzia.
      Se ciò può aiutarti nelle tue polluzioni notturne posso anche dirti che hai ragione,vorrei dirti,ma lo lascio qui scritto e ti invito a non farci caso,così come non faccio caso a quel "poeta", parola con la quale mi hai additato e che purtroppo non ne sono degno.

      Purtroppo, non superlativamente raziocinante Mattia, accanto a quel monco,rimasuglio, "atto visivo" avresti potuto far seguitare i complementi dovuti,e non lo hai fatto,( ...) e avresti così sollevato il mio invito a proporti di completare la terna: atto visivo;atto razionale;atto abitativo; cosa che, l'ultimo atto, ti guarderesti bene dal fare perché sono i dati- per carità!rigorosamente non spannometrici!che ti indurrebbero a regolare il tuo istinto raziocinante,ora. Tuttavia rimane del "raziocinio" per sgranare il rosario degli avvisi contro il "no-nucleare": inquinamento,morti disposti in fila, disinteresse(palesato poi da chi?). Insomma,una macedonia di singulti verbali che ci accomunano nella amenità delle inutili parabole,caro Mattia,eh sì!

      Mi sa che qui si cerca o si fa finta di non voler capire che l'Energia nucleare è di fatto incontrollabile e ,guarda caso, la gente muore così come pure le altre creature. Il resoconto a breve o medio termine del far energia è nondimeno innocuo tanto quanto lo sono le materie impiegate. Il fumo delle centrali termoelettriche andrà ad assommarsi al fumo degli innumerevoli automezzi. E allora che facciamo,ormai che ci siamo aggiungiamo un'altra finestra di pericolo?Mettiamo anche quella del nucleare e facciamo circolare in giro la voce che di fumo non ne immettono! Non dobbiamo inutilmente poi allarmare la popolazione(leggi pecorume supino)sui pericoli di fughe radioattive(perché allarmare?prendete a pieni mani! volete pulirvi il culetto leggendo il giornale? eccovi il bidet elettrico che ve lo consente!)....
      Un bel limitatore di corrente regolato alla metà degli attuali 60/80(circa) Ampere no? 80 Ampere per 100 Volt non davano qualcosa come(circa) 8.000 Watt? E che dire di unificare le due reti nazionali? Quella assurda e apparentemente irreparabile situazione delle differenti frequenze di rete? Impossibile? Si proceda con le esplicazioni! Anzi, si armeggi con altre parabole!
      Vuoi che mi affianchi al tuo invito non allarmistico? Un bel belato apotropaico:non è pericoloso!Non è pericoloso! - Quanto lo vorrei fare!- Ma noi siamo qui che ci dividiamo sulle idee ,mentre a monte c'è chi si divide sugli interessi,e lo fa sulla nostra pelle.

      Tanti cari saluti!

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  4. Aggiungo una cosa. La situazione attuale non solo è negativa perché bruciamo combustibili fossili, che inquinano.
    C'è anche un aspetto prettamente elettrico: riassumendo, stiamo "tirando il collo" alla rete.

    Mi spiego con un esempio. Poni di avere un'autovettura molto potenti, di quelle che vanno anche a 180 km/h senza problemi. Un motore di quelli che basta schiacciare giù il pedale e via, ti accelera che è un piacere.
    Bene, uno dice: sì, ma che te ne fai di un motore del genere, tanto più di 130 km/h non li puoi fare.
    E sì, in condizioni normali usi la tua autovettura potente come un'utilitaria qualsiasi. Poi però capita che sei in autostrada, viaggi a 130 km/h e capiti in una situazione di pericolo: due macchine stanno convergendo verso di te, una a destra e una a sinistra e davanti avete solo due corsie. Se hai una macchina potente dai dentro un'accelerata e in un attimo esci dalla situazione di pericolo laciando da sole le due altre vetture dietro di te. Con una utilitaria non avresti potuto farlo. Quella potenza che hai in più di solito non la usi, ma in una situazioen di emergenza ti consente di sgusciare via dal pericolo velocemente, cosa che con un'utilitaria non potresti fare.

    Lo stesso per la rete elettrica. La potenza installata delle centrali è di gran lunga superiore a quella che poi viene effettivamente utilizzata perché ti serve un margine di potenza da poterti giocare.
    La rete elettrica è infatti una rete magliata deve essere regolata: in base alle richieste dei carichi devi far girare le potenze in una direzione o nell'altra assicurando parametri di tensione e frequenza.
    A seconda delle situazioni la potenza dovrai instradarla di qua o di là, in modo che la rete sia in equilibrio. E' un sistema complesso da gestire, e ovviamente la soluzione al problema è tanto più facile quanti meno vincoli hai.Ad esempio, tu dici: bene, la rete sta in piedi se inietto X MW di là, Y MW qui e assorbo Z MW laggiù. Poi però ti accorgi che la prima centrale non può produrre X perché non ce la fa, è troppo.
    Allora devi scartare questa soluzione e cercarne un'altra. E così via.
    Ovviamente avere delle centrali che all'occorrenza possono "accelerare" un pochettino rende molto più semplice la gestione della rete.
    Avere centrali che lavorano sempre al massimo della propria capacità è un rischio, perché non hai quel margine di sicurezza da giocarti.

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    1. Qui ti rispondo selettivamente perché merita questo chiarimento che giustamente hai esposto.

      La rete nazionale è ormai da tempo allertata e inverosimilmente sotto sforzo ,si sa,e la funzione di condensatore di linea per livellare i picchi è ormai svolta anche in larga parte dalla rete di illuminazione delle stazioni oltreché dalle altre sedi convocate,che io sappia.
      Il sistema di produzione sta lavorando al massimo mentre il numero degli utilizzatori non sembra regredire. Gli apparecchi elettrodomestici obsoleti nel frattempo sono stati soppiantati da altri moderni,meno dispendiosi in termini di energia,ma il filone è in esaurimento e il problema di carenza di energia permane.Aggiungendo anche che il previsto contenimento del consumo di idrocarburi a mezzo della veicolazione elettrica ha subito un forte arresto! Una sfortuna dietro l'altra!Merda!Chi lo abbandona ora il Giappone? Io non di certo! A picco con la barca! ' ffanculo al mondo!
      Però, mentre tutti osannavano la "tecnologia" del Giappone già c'era chi si chiedeva quale fosse il divario di consumo di energia elettrica imposto dal grandissimo numero di sportelli automatici d'ingresso alla stazione( e si parla di centinaia di migliaia di apparecchiature elettriche del consumo cadauno di qualche decina di watt) contro l'esiguo numero ,di raffronto, riscontrato in altri Paesi. Ed ancora altro!In linea di massima, per ogni aggeggio funzionante a energia elettrica in Giappone esso è assistito da un ennesimo accessorio(la vocina di donna che ti ripete dove devi introdurre la banconota monetaria,per esempio). Insomma, nel paese dei "bimbi beoti"- quando ci vuole ci vuole!- ecco poi il rendiconto alla fine dei fatti: manca ,causa forzata, l'energia elettrica. Cominciamo a rendere funzionalmente ergativo quel già vigente "mottainai" e vediamo se chi ha orecchi intende! Limitiamo intanto allo stretto necessario il consumo pro-capite di energia elettrica! Eliminiamo le eccedenze! Queste sono le contromisure che ho già messo in atto e che vorrei che fossero prese a modello.

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  5. Questo pippotto perché delle volte sento dire "visto, anche senza centrali nucleari andiamo avanti ugualmente". E questi fanni i discorsi sommando aritmeticamente la capacità delle centrali non nucleari e mostrando che è superiore alla richiesta.
    Purtroppo però non si possono sommare linearmente le potenze delle centrali perché non necessariamente posso usarle tutte insieme.
    Una centrale potrebbe anche produrre della potenza, ma se la rete è in una situazione in cui le linee di trasmissione vicino alla centrale sono "occupate" a trasferire altra potenza quella centrale non potrà dare il suo contributo. Quella centrale potrebbe fornire la potenza al carico che sta dall'altra parte, ma non può.
    Se hai una rete potente e flessibile quel carico lo alimenti con la potenza che viene da un'altra centrale, se hai una rete zoppa e quella centrale era l'unica che ti era rimasta a disposizione il carico si attacca.
    Quindi, non è che la potenza che producono le centrali finisce in un secchio al centro del paese dove tutti possono attingerne. Non puoi sommare le potenze come se fossero caramelle.
    Devi considerare sia il fatto che la centrale ti possa generare quella potenza sia che la potenza possa essere instradata sulla rete regolando la rete in modo che resti in piedi.

    Aver tolto tutta quella potenza dalla rete non è una cosa indolore. Ha reso la rete molto più debole e vulnerabile. Poi magari non succederà niente perché i giappi sono bravissimi a regolarla e a fare salti mortali per farla stare in piedi. Ma il rischio che la rete collassi ora è molto più alto.

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  6. Quoto Mattia su ogni punto.
    Sarebbe bello avere energia pulita, e spero che l` esperienza Fukushima abbia svegliato gli animi per riprendere la ricerca.
    Ma bisogna essere realisti, al momento il foto voltaico non e` funzionale allo scopo, come accumoli tutta quella energia?

    Al momento il sistema e` tirato al massimo e vedremo cosa succedera questa estate.
    Italcus su un punto ti do ragionissimo gli sprechi. Il Giappone che tutta la scenetta del eco qui eco li poi in realta fa solo una farsa, mattia lo sa bene visto che gli hanno fatto controlli in universita e appena hanno preso il bollino eco via con Aria condizionata a manetta.

    Ormai tutti i monitor e le boiate varie sono accese se poi mettiamo che questo paese usa ancora 110v volt la cosa non aiuta.

    Ma tanto gli ecologisti non sanno fare due + due per loro centrali spente uguale vittoria, non conta cosa c`e` dietro.
    Per l` anonimo all` inizio se vuoi conosco posti che rispecchiano il tuo canone di vita e soluzione al problema energetico vuoi provare?

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    1. Caro Luca, ti auguro ,come faccio spesso, tanta felicità e serenità.E la stessa cosa auguro a tutti, e così come a Mamoru, Mattia,e tanti altri lettori,tutti bravi individui,se il mio modo di vedere le persone ancora ci azzecca.
      Vedi,aleggia una certa antipatia su chi vuol dar d'intender che l'energia nucleare sembra essere per il momento la sola e unica risorsa che possa dare il massimo (d'energia) al minimo prezzo.
      A tentare di farci ingurgitare zittini zittini l'assunto sono queste "sciarade scientistiche" propinate a iosa e con la Luna a favore.Insomma, roba alla quale attaglierebbero ben poco perfino gli appassionanti e battaglieri discorsi del Gorgia.E la gente comune,quella debole, è stanca. Stanca di sentirsi sciorinare il solito palinsesto raffazzonato sul momento;che ai "tempi del freddo la gente moriva di freddo". Ma perché, in qualche posto dove c'è freddo perenne la gente muore di caldo? E dove manca il cibo si passa all'altro mondo col buzzo pieno?
      In Francia, Paese che fornisce anche all'Italia l'energia elettrica gli vai a dire che ai tempi di quando non c'era l'energia elettrica la gente moriva di caldo? Allora anni fa quando morirono decine di migliaia di anziani che gli si potrebbe dire? Con questi discorsi(che definisco sciarade scientistiche) si puole andare al tiro al birillo al paese dei balocchi : " Una bella bambolina coi capelli di rame a quel signore col naso paonazzo!"-

      Domandiamo, ad una madre che ha avuto la sventura di essere stata vittima di un disastro nucleare e dei quali postumi ci esibisce il proprio sventuratissimo figlio, domandiamole che cosa ne pensa delle porcherie che combinano i lorsignori scientisti. Sentiamo come preferirebbero venire a sapere della mancanza di un loro stretto caro a motivo di un fatto naturale(il freddo),di un fatto sociale(la povertà), o di un fatto artificiale(la fuga di radioattività).

      Abbassiamo la testa ma non tra noi, - a che pro poi?- ma a questo mondo di altre creature viventi. E cerchiamo di essere, se ci riesce, meno artificiali e più umani,ovvero animali ,come altri animali che sono esseri viventi non meno valenti di noi. Il raziocinio adoperiamolo per non offendere oltremisura questo pianeta che si sta avviando a diventare un grande deposito di scorie nucleari,ivi incluse tutte le bagnarole atomiche galleggianti dei cosiddetti "esseri raziocinanti superiori", gli ammarragani e loro compaesani rossi,e roba simile.

      Occorre al più presto istituire un "ecumene psicologico" che possa raccogliere ancora i sopravvissuti a questa difficile fase.

      Rafforzo più che mai tanti auguri a tutti voi! Io per un po' vi lascio. Mi fumano i co...oni.

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  7. a dire la verità preferirei dei post sulla vita in giappone come una volta piuttosto che trattati zeppi di dati piuttosto noiosi e credo anche molto lunghi da produrre

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  8. Beh, la vita in giappone ora è anche controllare la contaminazione alimentare, se la radioattività ambientale è stabile o no. Pensare se si può spegnere qualche apparecchio per non avere troppa roba accesa.

    Se togli energia, purtroppo da qualche parte la devi prendere. Ed è ovvio che chiudi il nucleare vai a bomba sul termoelettrico.


    Per quanto riguarda la "decrescita" devo dire che l'idea mi affascina, ma dovrebbe essere vista in relazione a un cambio completo del paradigma economico. Decrescita col tipo di economia odierno significa poveri sempre più poveri. E ricchi sempre più ricchi. Non darei contro chi parla di decrescita, ma aspetto ancora che qualcuno oltre a dire di consumare meno proponga un valido sistema economico finanziario e produttivo sostitutivo di quello che abbiamo. Non un ritorno ai campi e al passato, ma un nuovo rapporto tra uomo e natura e prima ancora tra uomo e uomo. Un passo avanti, non uno indietro. Io ancora non ho capito come. E il come è sempre la discriminante.





    Ps: Mi fido delle centrali ma diffido tremendamente della natura.

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    1. Mu, se all'eloquenza delle parole trovasse sussidio l'evidenza dei fatti- e/o viceversa-, allora eccomi pure io pronto a sostenere quanto tu dici.
      Io,però,sul raffronto - Centrali;Natura- nel casellario dei tanti componenti che insieme giustificano tale definizione di natura,ci piazzerei pure l'uomo,figlio non certo di astrazione innaturale: Laddove falla l'uomo,non meno di propaggine della natura,falla tutto,ivi comprese le costruzioni ad opera dell'uomo.

      Una parziale soluzione ,e quindi non nel senso assoluto del termine, potrebbe consistere nel cominciare a pensare a uno stile di vita "non irreversibile". Nel senso che dobbiamo essere pronti a saper rinunciare alle eccedenze. E qualcosa mi dice che queste eccedenze sono numerose.Ecco l'ecumene psicologico di cui parlavo.
      Se i bambini venissero avviati ad un serio e doveroso studio sistematico della Storia con particolare riguardo ai vari settori specificatamente interconnessi al consumo e stra-consumo di materie prime e costrizioni commerciali(il panorama ne è pieno e bastante),con riguardo,non so, alle varie politiche intraprese(cito una "Dottrina Monroe" o altri "Programmi Uccidi l'Indiano e fanne uno simile a Noi",oppure "Un posto al sole", "Colonizziamoli tutti ",ecc) ,se..., e se...., beh, già un lodevole passo lo avremmo fatto! I bambini,più consapecoli di quanto lo eravamo noi(nei confronti della Storia)agirebbero in base ad altri stimoli/criteri.

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  9. Posso fare una domanda stupida? Perché con le rinnovabili non si ottiene abbastanza energia?

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  11. 1- La ricerca sulle rinnovabili è tutt'altro che agli inizi. Semmai sono bloccate dal limite naturale della radiazione massima assorbibile su una specifica area o dalla quantità di vento presente in una data località. Al massimo si potrebbe parlare di ricerca improntata ad abbattere i costi di produzione ma con le materie prime in mano a monopolisti mondiali (Cina) la vedo dura. L'eolico avrebbe molto più senso ma non basta.
    2- A un paio di kilometri da casa mia c'è un gigantesco rotore eolico funzionante e considerando che vivo a una 80ina di kilometri da Fukushima-ken non penso proprio che possano avere dei problemi dopo quello che quella turbina specifica ha supportato a partire dallo scorso anno.
    3- Non preoccuparti: se c'è qualcosa che i giapponesi sanno fare bene quello è utilizzare l'energia prodotta nelle ore diurne :)
    4- La produzione di energia solare non è programmabile ma è deducibile. Al massimo il discorso lo dovresti fare sull'eolico

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  12. Chernobyl l'ho visitata e l'unica cosa che è stata alterata sono alcuni alberi della zona che, guarda un po' che sfiga, erano molto sensibili alle radiazioni e sono scorticati. Per il resto ho visto un cinghiale che ha tagliato la strada alla nostra corriera (si, quella è diventata una zona densamente popolata dalla fauna anche se voi non ci volete credere) e nei canali dell'acqua di raffreddamento ho visto una marea di pesci siluro (autoctoni della zona).
    Se le cose non le sapete state zitti

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  13. E poi una cosa importante da dire: il giappone ha DUE reti elettriche indipendenti da 50 Hz e 60 Hz e quindi i problemi di gestione del parco elettrico di quadruplicano come minimo.
    Comunque nel tuo discorso bisognerebbe dire che l'unica variabile che possono modificare le centrali elettriche è la frequenza di rete e che inoltre le grandi centrali sono le uniche a riequilibrare i problemi dello sfasamento di rete (assorbimento/produzione di potenza reattiva): per questo motivo l'ENEL chiede di continuo di rispettare i limiti al fattore di carico, per esempio

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  14. Venendo dalla campagna romagnola dove ancora i vecchi al bar parlano della "miseria" non posso far altro che darti ragione!

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  15. Dire solo che mandano al 100% tutte le centrali termoelettriche giapponesi è riduttivo: hanno costruito in fretta una marea di turbine a gas INEFFICIENTI (ciclo Brayton semplice e non ciclo combinato) per poter compensare la mancanza di capacità elettrica

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  16. Bel discorso: ho un punto di vista diametralmente opposto ma comprendo quello che pensi

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  17. - Mancanza di infrastrutture (gli elettrodotti non sono ramificati abbastanza e la trasmissione ad alto voltaggio necessaria per avere minori perdite di rete è deleteria per l'economicità di impianti non centralizzati di produzione di energia)
    - Non sono programmabili (cioè non possono produrre energia quando è necessaria, o meglio, se non incentivata la loro produzione può essere casualmente molto remunerativa oppure poco remunerativa)
    - Altissimi costi (da un punto di vista economico e in uno scenario di non incentivazione non è un investimento migliore rispetto ai combustibili tradizionali o all'energia nucleare, anzi...)
    Se si tiene conto della incentivazione (criterio non oggettivo ma sistematicamente utilizzato dagli ambientalisti) bisogna considerare che tali inefficienze economiche si reverberano sulla popolazione che paga le tasse.
    Io sono a priori contro i modelli economico/finanziari che rendono anche l'utilizzo delle rinnovabili "non economico" (ma il popolo non può far nulla contro questo, neanche con mille referendum)

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