giovedì 10 novembre 2011

Mussi informatici

Un negozio per settimane aveva la linea internet a singhiozzo, mi ero accorto di errori dati nel trasferimento verso il server per cui ho messo sotto controllo 24 su 24 il router. Ho trovato un lost di pacchetti del 30% il che non e` accettabile per una linea business, quindi ho chiesto al mio sottoposto di chiedere chiarimenti alla NTT.

Dopo giorni di attesa l` NTT ci comunica di aver cambiato il modem anche se non vedevano problemi di linea. Io continuo a controllare e vedo gli stessi errori.

Chiamo io questa volta la NTT ma dopo due chiamate con una cretina imbranata opto per la linea di supporto in Inglese, li le cose funzionano in modo diverso, ci si trova al telefono con una tipa che parla inglese e che non si limita a manualetti, fa l` interprete.
Ti mette in conferenza con un ingegnere tutti sentono tutti ma l` ingegnere non parla inglese perciò lei fa da interprete. Servizio interessante perché mi permette di capire come traduce e di sentire le risposte del tecnico che in altre situazioni non avresti mai sentito parlare.

Qui spiego la mia opinione:
"Avete cambiato il modem? A che pro? Chi vi dice che non sia la linea fisica che ha problemi? Passa in un maledetto centro commerciale ed e` come sempre attaccato con lo scotch".
Vedi sotto la foto (Standard di una connessione fisica in centro commerciale):


"Oppure magari e` il nostro router, il problema e` che io posso monitorare solo il router o il pc il modem non ha un ip vpn, e non sono sicuro dell` ip globale che ho trovato e` trovato perché la risposta su ip globale e` di 150ms ma sul router e` di 900ms, una perdita cosi enorme non e` normale. I casi sono due, l` ip globale non e` giusto oppure il nostro merdoso router Yamaha e` un cagata (i cisco costano meno ma i giapponesi devono fare le teste di minchia nazionaliste e comprare solo roba nazionale anche se fa cagare).
Mi può dare l` ip?"

Attenda prego...
"Signore il suo ip globale per questo negozio e` 192.168.1.1"

Ecco la mia faccia in quel momento.....


"Non mi fido controllate ancora la linea e questa volta la centralina per favore."

"Signore siamo il provider nazionale si fidi conosciamo il nostro lavoro."

"Tu ti fideresti se di un ingegnere che ti passa un ip interno del modem (standard dal produttore) come IP pubblico? scherzi? Solita laurea trovata nel pacchetto di patatine?"

Si sono mossi istantaneamente domani mi aprono anche le centraline gratuitamente (cosa a pagamento normalmente).

Scusate ma mi viene da piangere. Cosa cavolo ha fatto di male l` Italia per essere cosi indietro nella graduatoria?


Ho lavorato per anni in Italia e anche li ho trovato dei pirla, ma qui in Giappone la cosa sta diventando troppo frequente.

35 commenti:

  1. (i cisco costano meno ma i giapponesi devono fare le teste di minchia nazionaliste e comprare solo roba nazionale anche se fa cagare)

    Quanto ti capisco...

    "Signore il suo ip globale per questo negozio e` 192.168.1.1"

    Cazzo, assumono gente come straker????
    Allucinante...

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  2. Ma...uahahah! Cmq ne conosco di ingegneri così anche in IT :P

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  3. Cosa cavolo ha fatto di male l` Italia per essere cosi indietro nella graduatoria

    lavoro in Giappone da solo 1 anno e` quello che sento da te e da altri Italiani che lavorano nel mio settore, conferma le mie impressioni sulla qualita` delle conoscenza informatica dei tecnici Giapponesi.
    Sicuramente ci saranno anche gente molto preparata ma paragonato all`Italia sono un livello piu` basso.

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  4. Quando ho visto IP globale 192.168.1.1 mi si è ghiacciata la saliva in bocca e mi sono venuti i classici occhi a palla inquietanti dei manga giappi.

    Io non sono ingegnere, ma ne conosco in italia che lasciano parecchio a desiderare, per non parlare dei call center che per fargli capire una cosa un pelo più tecnica devi dirla in 3 diverse lingue, tra cui il latino, e poi pregare tutti i santi che alla 3 o 4 telefonata e 50 minuti di attesa ti risponda finalmente uno che ne capisce un po' di più.

    Credo che il mondo stia scivolando pesantemente nella cultura della non cultura, informazioni scollegate senza capacità di ragionamento.

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  5. sempre detto che gli italiani a livello informatico sono preparatissimi, in qualsiasi campo di questo settore.
    basta aprire un forum a random e farsi qualche lettura; un qualsiasi utente ha una buona infarinatura a livello software e hardware.
    abbiamo quel dono stupendo che è la genialita', l'inventiva e la capacità di realizzare quello che ci sta davanti in 5 minuti.

    lunedì notte, tutta la palazzina (3 piani per 6 appartamenti) ha perso il segnale tv, mi hanno permesso di salire sul tetto insieme ad un ragazzo che vive nel palazzo.
    in 30 secondi ci siamo resi conto del problema, in 30 minuti abbiamo butta giu' e poi ritirato nuovamente su l'impianto funzionante, e in 3 ore abbiamo capito come funziona un impiato tv per il digitale terrestre.
    lui è meccanico, io falegname www.

    se non avessimo i vari conflitti-inciuci politici e sociali e si lasciasse tanto spazio ai giovani, questo paese avrebbe avuto i razzi nel culo per stare su marte e guardare gli altri piccoli e da lontano.

    un periodo mi divertivo a fare port scan su clienti jp che usavano torrent.
    il 90% degli utenti che usavano transmission su OSX, lasiavano la web interface aperta senza pwd.
    a qualcuno, a sua insaputa mandavo un pò ri roba mia che si ritrovava su time capsule, e ai tirchioni, le aprivo tutta la banda in upload.

    credo che sia impossibile trovare la stessa situazione in italia, sopra tutto perché quel client torrent gira quasi esclusivamente su OSX e linux, mediamente, utente ben preparati nell'uso del pc.

    questo per ribadire che non siamo poi così tanto incapaci o coglioni.

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  6. Solo io che penso:
    liceo + laurea_in_lettere = call center ?

    :D

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  7. no, lo penso anche io mamoru =__=

    se tralasciamo i call center, gli italiani secondo me sono più preparati nel proprio campo, non fosse che comunque per farli uscire per qualsivoglia problema tecnico innanzitutto devi chiamarli 50 volte, devi rimanere a casa in orario di lavoro, accendere un cero a san gennaro e naturalmente sborsare almeno 100 euro a uscita, anche se con quell'uscita il tecnico non ti aggiusta il problema, pur avendo capito sicuramente qual'è

    sigh

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  8. Lol 192.168.1.1 indirizzo globale..... hahaha

    Forse ti stavano a prende per culo! Spero....

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  9. Siamo finiti indietro nella graduatoria perchè la nostra graduatoria interna non funziona bene: chi dovrebbe avere posti di responsabilità sta in mezzo alla strada, e chi dovrebbe stare a pulire i servizi igienici fa cose per cui non è portato.

    Questo, purtroppo, vale in ogni campo. E purtroppo sono molti quelli che si adattano all'andazzo.

    A proposito dei nostri call center: io i problemi li ho riscontrati quando mi sono trovato a parlare con i non-tecnici. Effettivamente qui si ha qualche grattacapo a far capire quale sia il problema, aggiungendo poi la maleducazione e la svogliatezza di alcuni presunti operatori. Con i tecnici però, tutto sommato, non mi è mai capitato nulla di paragonabile a quello che descrive Luca.

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  10. Mah sta storia che gli italiani sono i migliori tecnicamente non mi sembra proprio corretta.
    Non credo che la non-esistente industria informatica (ho detto informatica non accenture varie) in Italia sia solo un problema politico.
    Forse dovremmo smettere di pensare di essere "geniali" e iniziare a competere seriamente con il resto del mondo.

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  11. X Anto da London
    Parlando in termini generali che gli italiani si possano dire bravi tecnicamente è un'opinione condivisa da molti ( anche all'estero ) e la non esistenza di una industria informatica di per se non nega le nostre capacità, poi è ovvio che essere più svegli o capaci tecnicamente non vuol dire di per se essere superiori agli altri è solo una constatazione che molti italiani fanno quando vanno a lavorare all'estero. Testimonianza personale di un mio cugino americano . . . fra le altre

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  12. @Anto da London, io non credo che tutti gli Italiani siano tecnicamente preparati, io sinceramente non mi ritengo chissa che genio, ma nonostante non sia questa cima se ho davanti un problema e la cosa mi interessa la soluzione prima o poi la trovo, un Giapponese esegue gli ordini del capo, segue le procedure che gli ha insegnato il senpai, se ha avuto un buon maestro gli va bene ma se ha avuto una capra di conseguenza anche lui sara` capra.
    Questa e` seconda me una delle differenze tra un italiano e un giapponese

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  13. c'è anche da dire che la maggior parte delle università i Giappone sono una passeggiata e studi solo per i test di ingresso(anche se ultimamente per far accedere più studenti stanno facilitando sempre più i test)e poi non fai un cazz per 4 anni (a parte scrivere report una volta ogni 2 mesi)....quaindi si,come dice Luca una laurea in ingegneria trovata nelle merendine ...a parte poche buone università e poche buone scuole l'educazione giapponese fa cacare.....poi c'è da dire che molti giapponesi non sono capaci di gestire le situazioni e di ragionare con la propria testa ,e incapaci di prendere l'iniziativa almeno che non sia un obbligo..linciatemi pure ma questo è quello che penso(opinione personale),scaturita dagli anni passati qui e dalle esperienze.....J

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  14. @Silus
    Si parlava di ambito informatico e inventiva... il non avere un'industria informatica in Italia non depone a nostro favore che dici?
    Per quanto riguarda i luoghi comuni su italiani capaci e riconosciuti all'estero beh sono luoghi comuni, appunto, che ci diciamo tra noi in Italia. Ti dirò di più, dopo 17 anni di farsa Berlusconi all'estero gli italiani non godono più di una grande considerazione in generale.

    @Andrea
    Quello che affermi è parzialmente vero. Il problema è che non tutti sono capaci di essere completamente autonomi in Italia come in Giappone. Se è vero come è vero che il modello nipponico comprime i talenti ed equalizza tutto, il modello Italiano da ormai troppo tempo è di qualità infima (vedere reports su istruzione e livello di innovazione nelle aziende italiane).

    In più vorrei aggiungere uno sfogo.
    L'italiano medio è completamente inadatto a relazionarsi con realtà internazionali. Lo vedo ogni giorno qui a Londra sia quando amici e conoscenti vengono a trovarmi sia con turisti e professionisti in trasferta.
    A prescindere dalle gravi carenze linguistiche, noto un vero è proprio problema di flessibilità nell'incapacità di adattarsi ad ambienti estranei, la presupponenza che gli altri siano dei rozzi incivili (...sol perchè prendono il caffè allungato, giusto per fare un esempio).

    Questi sono i miei due centesimi, sarei molto contento di essere smentito.

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  15. Anche se OT rispetto al post, ci terrei ricordare che l'Italia e' la seconda potenza industriale europea (dietro la Germania), questo in molti casi viene stranamente dimenticato (soprattutto dai fautori del sistema economico pizza-mandolino-turismo).

    Il nord Italia ha livelli di eccellenza e non per nulla l'automotive tedesco li' si appoggia per co-design, industrializzazione e produzione.
    A questo proposito vorrei anche dire che, nel metalmeccanico, ci sono case tedesche che fanno fare tutto in Italia (progettazione inclusa) e brandano soltanto il prodotto finito.

    Questo senza scomodare CRF (centro ricerche fiat che, assieme a powertrain fa parte della parte sana del gruppo) che ha lasciato il segno nella tecnologia dei trasporti a livello mondiale.

    Potrei poi commentare sull'impiantistica inglese o giapponese, per quello che ho potuto vedere, ma mi astengo perche' potrei fare generalizzazioni ingiuste. Tuttavia quello che ho visto non lo posso certo cambiare e l'idea che mi sono fatto non e' positiva.

    Sul problema di impoverimento culturale (soprattutto in ambito tecnico) sono invece d'accordo ed e' (anche) la conseguenza di un sistema scolastico riformato in senso buonista: quando iniziai gli studi in istituto tecnico (anche qui lottai contro mezza famiglia che mi voleva al liceo) fummo promossi a giugno in 6... su 25, in seconda ci ritrovammo in classe in 12.
    Abbiamo perso quel poco di meritocrazia basata sulla selezione e selezione vuol dire cannare e andare giu' a bastonate quando serve, per il bene di tutti.

    Poi potrei dire che ci sono giovani che non hanno iniziativa e non vogliono sporcarsi le mani, perche' viziati da un'educazione che vede il lavoro come obbrobbrio.
    Mio padre mi insegno' che bisogna lavorare duro per guadagnarsi le cose e che occorre piegare la schiena.
    Ecco, oggi faccio il progettista e mi son trovato piu' volte a rimboccarmi le maniche e smontare macchinari o parti di essi in mezzo alla merda o a lavorare a oltranza fino alle 10 di sera (per scelta personale e non retribuito perche' i miei contratti non prevedono straordinari).

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  16. io mi immagino la temperatura del sangue di luca che scendeva di 5 gradi ad ogni cifra che gli veniva detta, penso che a 192.16.... lui fosse gia' morto XD

    purtroppo la situazione in giappone ancora non l ho toccata con mano, e questo forum è la mia piu' grande fonte di notizie.

    per chi parla dell'istruzione tra italia e giappone:

    in primis, per chi dice che nell'universita' giapponese non si fa un cazzo...e' mai andato in universita' in italia? io come quantita' di studio pernso di aver studiato di piu' alle elementari che in universita'.
    purtroppo in italia siamo arrivati ad una situazione dove chiunque puo' andare in universita' (sono pseudo gratuite e la maggior parte a numero aperto) e chiunque puo' laurearsi, con un minimo di sforzo.
    il risultato e' che abbiamo troppi laureati (a prescindere che sappiano o non sappiano) e quindi il valore della laurea diventa insulso.
    io ora mi ritrovo (dopo una, ammetto, scelta di merda come corso: licao giapponese nella "rinomatisssssssima" cafoscari di venezia, su cui potrei scrivere per anni) a sentirmi proporre SOLO lavori che potrebbe fare uno con la licenza media (anche perche' ormai dal mio diploma di perito informatico son passati 4 anni di vuoto, e su quello mi IGNORANO totalmente).

    piuttosto allora FERMIAMO quelli (come me) che in condizioni normali non sarebbero in grado di laurearsi, cosi' iniziano a lavorare prima, e non rubano lo spazio a chi di capacita' ne avrebbe anche, ma alla fine non le puo' sfruttare perche' si ritrova in un mare di merda.

    per mamoru aggiungo che non e' purtroppo solo una questione di sporcarsi le mani: ormai siamo in una situazione in cui il giovane e' COSTRETTO dalle circostanze (e da genitori che pensano di vivere ancora ai loro tempi) a proseguire gli studi, arriva a 23-25 anni ad essere laureato e poi deve spaccarsi la schiena...per cosa? per fare i lavori che danno ai 15enni e agli immigrati in nero?

    un tempo SE finivi di studiare a 25 anni eri un essere supremo, al giorno d'oggi sei solo un povero pirla che ha fatto la dannata scelta di buttare del tempo eccessivo negli studi. e certo che prima o poi i (non piu' giovanissimi) laureati si devono anche dare una mossa e prendere i lavori di merda pagati meno di 1000 euro al mese per un full time, ma permetti che girano un po' i coglioni (facendo i vari giri di agenzie interinali, l'UNICA cosa che mi e' stata proposta e' di andare a lavorare in un posto tipo mac donalds..."per uno senza esperienza come te non posso offrirti nient'altro...e intanto lo metti sul curriculum"...)

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  17. Scusami Anton ma non capisco proprio. Tu mi dici che ti rispondo per luoghi comuni quando io ti parlo di testimonianze di un mio cugino americano, mia madre ha seguito corsi di inglese all'estero e ad Harvard più vari soggiorni negli States dai parenti e mi ha confermato le stesse cose ( lei è professoressa ). Il capo Design della Pixar è italiano, i fondatori della Logitech sono italiani, il Direttore per la ricerca europea sulla fusione nucleare è italiano, mi chiedo è così difficile accettarlo ? sai quanti professori di università italiani lavorano li in America sono usciti dalle nostre infime scuole ? mi parli di considerazione generale degli italiani all'estero ma se li esiste la meritocrazia non dovrebbero giudicarci per quello che siamo e non per li nostro presidente ? io non giudico i tedeschi da Hitler.
    Per ultimo il non sapersi relazionare, capisco che la cafonaggine ci sia ma mi si spieghi una cosa almeno per quello che riguarda la lingua inglese e la domanda è ( dato che sono stato ad Oxford in vacanza studio per un mese e ho conosciuto ai suoi tempi moltissimi giapponesi, che per parlare avevano bisogno del dizionario elettronico tipo nintendo DS ) perchè gli italiani sono capre in inglese se parlano maccheronico e i giapponesi sono dei talenti naturali se dicono INTERNETTO ?

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  18. il risultato e' che abbiamo troppi laureati (a prescindere che sappiano o non sappiano) e quindi il valore della laurea diventa insulso.

    Secondo me c'è qualcosa che non quadra in questo ragionamento.

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  19. Commento in base alle mie esperienze:

    - sulle università italiane sono d'accordo con Genryuu. Io sono al terzo anno e vedo gente laurearsi, anche in corso o fuori corso di poco, avendo fatto solo il minimo indispensabile e avendo imparato poco o niente, di fatto; io stessa credo che il carico di lavoro che avevo alle medie e alle superiori fosse superiore di quello che ho adesso...tra l'altro alle medie e alle superiori ero anche molto più controllata e avevo delle scadenze precise da rispettare, mentre all'università ci si può gestire molto liberamente, cosa che permette a tante persone di prendersela molto comoda. C'è poi moltissima gente che va all'università perché non ha voglia di andare lavorare, detto senza mezzi termini. E c'è anche la questione dell'ammissione all'università: la maggior parte delle facoltà sono, appunto, a numero aperto, e quindi può entrare chiunque abbia un diploma, che purtroppo spesso non è meritato (vedo persone che, ad esempio, fanno strafalcioni orribili quando scrivono, e parlo di cose che si imparano alle elementari...come hanno fatto ad arrivare al diploma?). Ci sono anche tante persone che lasciano l'università dopo pochi mesi o un anno perché "è troppo faticoso", quando magari non lavorano neanche e avrebbero tutto il tempo per studiare. Il fatto che nelle università italiane ci siano più esami che in quelle giapponesi non significa dunque che laurearsi sia molto più difficile. Il fatto che poi tra i laureati che la laurea se la sono meritata davvero ce ne siano tanti che devono andare all'estero per raccogliere i frutti dei loro sforzi la dice lunga su quanto il loro talento sia apprezzato e sfruttato qui. Daranno lustro all'immagine degli italiani, ma sono una perdita per l'Italia, anche in termini economici.

    - Sulle capacità di adattamento degli italiani: non ho fatto moltissime esperienze all'estero, ma per quello che ho visto posso confermare che gli italiani sanno essere molto cafoni e irrispettosi delle usanze e dello stile di vita altrui (e mi riferisco a cose anche banali, come appunto il caffè allungato). La cosa peggiore, secondo me, è che tanti non hanno neanche il buon gusto di tenersi le loro idee per sé ed esprimono il loro disgusto per le abitudini degli altri in modo piuttosto esplicito. Questo indipendentemente dalle capacità linguistiche: se sei arrogante, sapere benissimo l’inglese o una qualsiasi lingua straniera non fa di te una persona migliore, per quanto mi riguarda. Ovviamente non tutti sono così, per fortuna, ci sono anche moltissimi italiani che sono perfettamente in grado di adattarsi alle situazioni più svariate e che hanno il massimo rispetto per gli altri popoli, come dimostrano quelli che vivono all'estero e che se la cavano egregiamente, ma quelli che si credono superiori al resto del mondo solo perché sono italiani purtroppo esistono. NB: vorrei mettere bene in chiaro che non sto dicendo che tra gli altri popoli non esistono persone così, purtroppo il credersi migliori degli altri è un’abitudine diffusa presso tutte le popolazioni (per lo meno così affermano gli antropologi), dico solo che non dobbiamo credere che gli italiani siano tutti in qualche modo più rispettosi e adattabili degli altri. Mi sembra un’ovvietà, ma forse è meglio chiarirlo espressamente.

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  20. Per me un altro fattore è che tutto è diventato così schifosamente settoriale ed a scatole chiuse che non c'è flessibilità lavorativa: ormai una studia una vita per fare quel determinato lavoro, quella determinata mansione e fuori da lì non si va. Ormai tutto deve avere una qualifica anche per scaccolarti, altrimenti non ti fanno fare niente anche se messo alla pratica sei un fenomeno.

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  21. Io non posso pronunciarmi sulla situazione all'estero perchè non la conosco, ma vorrei fare una precisazione sulle università italiane.
    Il discorso varia da facoltà a facoltà, da ateneo a ateneo. Io studio architettura alla sapienza (l'inferno in terra) e sono al terzo anno, e oltre a essermi fatta il culo per entrare per via del numero chiuso, continuo a farmi il culo dalla mattina alla sera (ho letteralmente giorni in cui le lezioni vanno dalle 8.30 alle 19.30, con solo un'ora di stacco per il pranzo) per potermi laureare in, non dico 5 che qui sarebbe utopia, 6 o 7 anni. Ci sono esami per cui non dormi tre giorni di fila solo per finire un plastico e sentirti dire che fa schifo. Eppure una volta laureata mi ritroverò comunque a fare la commessa, perchè vivo in Italia.
    Scusate se sono andata OT, ma dall'inferno nero in cui vivo ogni giorno da tre anni a questa parte sentirmi dire che l'università italiana è una passeggiata che possono fare tutti mi fa salire il sangue al cervello...

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  22. X Federica
    Ti stringo la mano digitalmente perché le tue sono parole sante. In Italia in effetti le università vanno ognuna per i fatti suoi ed è difficile dare giudizi veritieri nell'insieme, bisogna parlare di quelle che sono le esperienze dirette. Io sto ad Ancona e già qui solo fra ingegneria informatica e meccanica non dico ci sia un abisso ma una sensibile differenza c'è tra gente di informatica che fa esami a crocette o solo orali e io a meccanica che per passare analisi devo dare due scritti e un orale senza contare la mole di studio che c'è dietro e parliamo della stessa università e della stessa facoltà. I prof ci dicono tutti che la media per finire la triennale sono 5 anni, quindi per quella che è la mia esperienza posso dire che meccanica da me non è una passeggiata. Poi bisognerà vedere quante di ste cose mi serviranno effettivamente per la mia vita professionale ( scommetto ben poche ) ma resta cmq il fatto che la schiena me l'hanno spaccata abbondantemente finora, quindi niente lauree dai pacchetti delle patatine da noi

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  23. X Federica e Silus

    Ho riletto solo adesso il mio commento (ho la pessima abitudine di non rileggere mai quello scrivo prima di postarlo) e mi sono accorta che in effetti nella fretta di scrivere ho generalizzato troppo. La mia esperienza personale corrisponde comunque a quello che ho detto e purtroppo non la posso cambiare. Preciso che il mio corso di studi è simile a quello di Genryuu. Credo che il problema di fondo, nella mia facoltà e in molte altre (credo soprattutto umanistiche, ma non ci metterei la mano sul fuoco), è che non c’è una selezione adeguata al momento dell’ammissione (anzi, spesso non c’è proprio). Un sistema così, in cui non ci sono limiti di alcun genere all’ammissione, permette di far entrare molte persone che vogliono solo un pezzo di carta qualunque il più in fretta possibile e che non hanno un vero interesse e/o non sono portate per quello che andranno a studiare, o anche per lo studio in generale. Questo tipo di persone ovviamente non sceglie facoltà in cui per entrare bisogna affrontare un esame e poi magari per laurearsi bisogna fare tirocini o cose simili e ci vogliono 5 anni o più, o per cui serve la “vocazione” (come medicina): scelgono quelle in cui è più semplice entrare ed è più semplice finire in fretta senza troppa fatica. Il fatto che riescano a laurearsi non significa che abbiano veramente una comprensione profonda di quello che hanno studiato o che sappiano bene le lingue che hanno scelto: spesso hanno solo fatto il minimo indispensabile per passare gli esami (e passare un esame di lingua con 18 o 19 non significa saperla). E’ triste che sia così: dalla mia facoltà le persone che l’hanno scelta per un vero interesse e la prendono seriamente di solito escono ben preparate perché non si limitano a fare il minimo indispensabile, anzi, danno il massimo e spesso fanno molto di più di quanto sarebbe richiesto; quelle che l’hanno scelta solo perché non sapevano che altro fare o perché vogliono un pezzo di carta qualunque, spesso o mollano dopo poco, oppure fanno solo lo stretto necessario. Quelli che finiscono avendo fatto solo lo stretto necessario, alla fine sono di fatto meno preparati di quelli che si sono impegnati veramente, ma sono laureati tanto quanto loro (anche se solitamente con voti meno brillanti, effettivamente). In poche parole, nella mia facoltà il livello di preparazione di ciascun laureato dipende molto dal suo impegno personale nel corso degli anni.

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  24. Un'ultima cosa: anche da noi ci sono giornate in cui c'è lezione dalle 8.30 alle 19.30 con appena il tempo di pranzare, solo che da noi c'è chi le passa davvero a lezione e chi, non essendoci l'obbligo di frequenza, le passa allegramente a cazzeggiare. E' un'altra delle cose che mi mettono tristezza e mi danno fastidio.
    Scusate l'OT, la lunghezza e l'insistenza, ma preferisco essere il più possibile chiara.

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  25. Io mi ricordo i "tecnici" fastweb a Milano, il livello era quello. Anche qui in Germania il "tekniko" D-Telecom non sapeva la differenza tra banda e latenza (oltre a non sapere l'inglese).
    Direi che tutto il mondo e' paese in questo...

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  26. Io non conosco le realtà universitarie, ma posso dirvi che gli Italiani (perlomeno quelli di certe città) sono davvero maleducati: sono stato 6 volte in Giappone e ogni volta che si sentiva qualcuno fare casino e parlare/gridare a sproposito, dire parolacce e gesticolare in continuazione, bè, erano sempre italiani (e NON di Bolzano).....
    TyUan

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  27. Da mana

    Qui mi sembra che i luoghi comuni si sprechino.
    Gli idioti esistono ovunque cosi come gli incompetenti. Da poco ho avuto a che fare con Tim per un problema alla ADSL, potrei scriverci un romanzo, mi pento di non aver registrato le telefonate. Ho parlato con diversi operatori tra cui molti "tecnici", tutti negavano un guasto evidente e senza la segnalazione di guasto non potevano mandarmi un tecnico per la riparazione. 10 giorni senza connessione. Dopo 10 giorni di telefonate finalmente mi mandano un tecnico che scopre il guasto. Visto il disservizio e l'assistenza di merda ho cambiato fornitore dopo averli insultati di gusto. Dite che ho parlato con dei tecnici immigrati giapponesi?

    @Silus
    L'unico italiano che lavora in Pixar e ripeto l'unico, è Enrico Casarosa ma non mi risulta sia capo di niente. Io lo stimo e sono contento che lavori in Pixar perchè lo merita, anch'io sono un designer e so cosa significa arrivare dove è arrivato lui. Ma da come parli tu sembra che sia la regola, invece è l'eccezione. (Tra l'altro Casarosa è un appassionato dell'animazione giapponese e l'ha sempre considerata sua prima fonte di ispirazione).
    La Logitech all'inizio si occupava solo di periferiche per pc, capirai che geni..

    Per chi dice che il sistema scolastico giapponese fa schifo, avete studiato in Giappone? Io sono italo-giapponese e ho fatto parte dei miei studi in giappone e parte in italia. Vi assicuro che preferirei che mio figlio studiasse in Giappone. Prima di tutto le strutture sono migliori, io ho frequentato la scuola pubblica, alle elementari avevamo classi pulite e sicure, due palestre, un campo da calcio, un campo da baseball, una piscina scoperta, una piscina coperta, giardino botanico, vari laboratori, cucine, doposcuola, ecc..
    Ai bambini viene insegnata l'educazione e il senso civico. Le classi e i corridoi non venivano pulite dalle maestre ma dagli alunni. Il pranzo in mensa veniva servito a turno da gruppi di alunni, altri si occupavano di sparecchiare e pulire.
    Ho bellissimi ricordi dei miei insegnanti, gente preparata e competente.

    Il trauma è stato tornare alla scuola italiana in quarta elementare. Strutture vecchie e tristi, spazi inesistenti, 4 maestre in classe capaci solo di alzare la voce e portarsi a casa uno stipendio a fine mese. Unica consolazione, in matematica e geometria ero molto avanti rispetto ai miei coetanei italiani.

    Con questo non voglio dire che ritengo il sistema scolastico giapponese migliore,sono molto critico su diversi aspetti sia del sistema italiano che di quello giapponese, ma dovessi scegliere oggi sceglierei quello giapponese almeno fino alle superiori.

    La mia esperienza poi è continuata anche all'università e li ho avuto modo di vedere che, come in italia, in alcune facoltà ci si puo' laureare facilmente senza troppo sudare. Esistono poi le eccellenze come da noi.
    Certo se frequenti giusto per prenderti una laurea finirai a fare il tecnico al call center di NTT, se sei bravo e vali qualcosa hai mille opportunità, quelle che in italia mancano.

    @Luca
    Si i giapponesi a volte sono troppo nazionalisti ma nel caso da te descritto è comprensibile, accordo commerciale tra due aziende nipponiche, ma questo non lo chiamerei nazionalismo. Non bisogna nemmeno eccedere al contrario. L'italia è l'unico paese occidentale dove le auto di rappresentanza governative sono straniere, bella pubblicità. Come dire, le auto in italia fanno cagare noi usiamo le tedesche perchè le fiat sono degli scassoni. Purtroppo i nostri migliori ingegneri sono volati all'estero e a noi sono rimasti gli imbecilli.

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  28. Da italicus:

    Come padre di un figlio che è stato obbligato a studiare in una scuola in Giappone sconsiglio vivamente la stessa sorte ai suoi coetanei,se nella stessa struttura scolastica.
    Il bambino ha fatto gli studi prescolastici in un traballante edificio dove non solo mancavano giardini botanici e eliporti ma addirittura mancava l'impianto sia di riscaldamento che di raffreddamento ,nonché le tapparelle in estate.Notasi che le strutture ospitanti l'organico municipale erano all'avanguardia per mezzi e architetture. Un chiaro messaggio che dice:noi vecchiacci al fresco e voi bambini al caldo e al freddo. Che senso civico però eh!

    Sconsiglio vivamente ai bambini lo studio nelle scuole giapponesi per il fatto che c'è la perniciosa tendenza a voler inculcare fin dall'infanzia nei teneri cervellini del discente le nozioni sulle quali orbita e si adeguerà per tutta la vita natural durante il "cittadino giapponese": "noi buoni/loro cattivi". "Noi capaci/loro inetti". Aggiungendo la quasi totale mancanza giuridico-legale di combattere il razzismo.

    Queste cose che ho sempre percepito e sentito mi sono state riportate e spiegate abbondantemente da mio figlio.
    Sempre mio figlio mi ha spiegato che il sistema gerarchico incalzato dal corpo docente e perpetrato da chi è incaricato è deprimente e atto a stabilire sin dai primi anni di vita chi deve tenere le redini e chi deve stare al gioco.

    Un alunno deve indossare la divisa per buona parte della sua esistenza. Dovrà poi indossare ancora una divisa per il resto della sua vita quando lavorerà. La sua vita sarà regolata dagli indumenti che si metterà addosso,indumenti che lo identificheranno agli occhi di chicchessia.
    La Storia che si protrae!

    La divisa dovrebbe "deselezionare" i singoli alunni e porli sullo stesso piano poiché lo studio è cosa che accomuna. Invece questo "livellamento sociale" è soltanto un modo per fare affari perfino in seno alla scuola. Dico, che bisogno c'è di far spendere questi soldi inutili?Quando poi sappiamo che il livellamento sociale mai è stato movente alla unificazione,e basta rendersene conto dando uno sguardo alla travagliata storia giapponese,tendente a selezionare persone e lavoro ad esse spettanti in base alla estrazione sociale quando non quella di pura eponimia.

    E' chiaro che un bambino non capisce di essere strumentalizzato e mai si chiederà il perché di divise,uniformi,inquadrature,sempai,sotto/sopra,tucomandi,io obbedisco....viene preparato per entrare nella società.

    Il discorso sulla scuola,se proprio su questo si deve far vertere maggiori attenzioni, è che il Paese Italia è già sotto mira e critiche degli Italiani stessi,mentre quello giapponese sta per essere sgamato solo recentemente,e ne faranno maggiori spese i figli di quegli espatriati ignari.

    Altre cose verranno sgamate sul "lindo e pulito Giappone" e l'equilibrio verità/idiozie verrà messo a nudo.

    Luoghi comuni? Perché non aggiungere "chi l'ha più lungo se lo tira"?

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  29. Da Italicus: Fuori tema come al solito...

    In linea generale, agli occhi di un Giapponese il trovare qualche cosa che non funziona in Italia è cosa "aspettata".

    Agli occhi di un Italiano il trovare qualche cosa che non funziona in Giappone è cosa "inaspettata",

    ...in entrambi i Paesi ci sono cose imperfette e discutibili,ma mentre per quanto riguarda l'italia sia gli italiani che gli esterni si prodigano per gettar merda, per quanto riguarda il Giappone,invece, a causa della tendenza a non voler parlare,o meglio, a parlare solamente di cose che funzionano e non parlare di cose che non funzionano, il paragone che se ne può trarre è impari:non si sa ancora un c...zo di questo lontano Paese d'Oriente!

    Arrivare a sapere molte cose può farci riflettere e ricredere, Ma arrivare a accorgersi che queste differenze sociali le sta "scontando" il sangue del nostro sangue è peggio! Quindi, dice bene chi dice "vi andate a incistare in un Paese...".

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  30. Xmana
    Capisco il tuo discorso.
    Ma allora ti pongo una domanda, tu parli della tua esperienza giusto.
    Domanda, che tipo di linea consumer o buisness? che tipo di sla?
    Che tipo di support ti viene garantito? quanto paghi?

    Te lo dico io:
    -Linea residenziale
    -Sla nulla
    -Support base
    -40 euro?

    Io parlo di:
    -Linea corporate (midsize)
    -Sla 2gg/Mese 4h intervento on site
    -Support total care, con ingegnere deicato referente/ e sostituto
    -1500euro al mese per la linea ufficio/ 300 per negozio.

    Capisci quanto gli mollo? calcola 2 linee ufficio piu 70 negozi.
    Capisci che perme cambiare provider sarebbe un casino? non parlo di una connessione residenziale.
    Un tecnico coglione e` normale sulla linea di casa ma non su una linea corporate.

    Tu parli della tua esperienza io parlo della mia.
    -Io di scuole malandate ne ho viste poche ma sono dal ricco nord italia.
    -Di scuole con tutti i servizi che racconti ne ho viste tante in giappone ma fidati la maggior parte sono in condizioni strutturali allucinanti(primo grosso terremoto ci lasciano le penne una botta di bimbi)

    Poi scusa quanto pagavi? Non raccontare che la scuola pubblica non si paga in giappone perche e` una balla.
    Per conoscere la situatione e confrontarla ho appeno fatto un post, dimmi cosa ne pensi.
    http://giappopazzie.blogspot.com/2011/12/costo-della-scuola-giapponese-ammazza.html

    RispondiElimina
  31. Sul discorso senso civico ed educazione, direi che insegnano ha non fare cazzate quanto ti vede qualcuno e stare nel gruppa testa bassa.
    Dire che questa educazione civica non funziona visto quello che vedo io e altri amici ogni giorno appena esci dalle zone meno turistiche.
    Sei stata fortunata sul discorso insegnanti, io tutti quelli che conosco sono gentili ma sono cani nella loro materia, vogliamo parlare di insegnanti di inglese che non sanno dire una parola della lingua che insegnano qui in giappone?

    Io scusa se potessi scegliere (non posso scelgo quello italiano che mi ricordo magari e` cambiato non lo so) Pero ha postato le tue esperienze e confrontandole con i dati e le mie ritengo tu sia stata fortunata ma e` un opinione personale. come la tua.
    Esperianza universita.
    io ho fatto un corso a numero chiuso (30 persone su 3000, io 30esimo che culo) con obbligo di frequenza dell` 80% lezione con tutor dal lun al ven e sabato lezione del docente. Corso speso dopo 8 anni perche troppo selettivo e costoso per la facolta.

    Almeno in Italia non sborsi miglioni per avere una laurea finta, qui invece lo fai.
    Sulle maggiori opportunita parli di meritocrazia?
    Stai scherzando vero?
    Manca anche qua.

    Per il discorso nazionalismo, l` accordo era tra una azienda italiana in Giappone con tecnico giapponese e una giapponese cosa centra?
    Il suddetto tecnico ha firmato contratti con aziende giapponesi, che costavano 10 volte di piu di altri contratti con aziende non giapponesi, ha acquistato materiale giapponese di scarsa qualita (I router di cui parlo sono di basso livello, non gestibili da remoto in modo completo, con un linguaggio proprietario, e solo con interfaccia giapponese, per cui lo staff italiano non poteva intervenire) costavano il doppio di un cisco.
    Forse non sei un informatico, ma tu pensi che sia logico comprare della roba cosi a prezzi stratosferici se puoi avere roba molto migliore al prezzo giusto?

    Io sto cacciando fornitori che attaccati alla mammella dell` azienda per anni, gente che ci faceva pagare di piu perche le cose erano gestite da giapponesi con giapponesi.
    Molti fornitori mi odiano perche gli faccio i conti in tasca, una adesso si trova un interfaccia di merda che ci aveva fatto pagare cifre astronomiche parcheggiata e mi sta facendo un interfaccia che si colleghi con una che in italia usando dei consulenti molto preparati abbiamo prodotto in casa a 10 volte meno del prezzo della loro. La suddetta intefaccia ha poca manutenzione e la facciamo noi non paghiamo cifre enormi al mese per la manutenzione. Per fare la loro parte mi hanno presentato un conto stratosferico, io ho fatto il mio studio, e ho dimostrato che stavano sparando cifre inreali. Inoltre ho elencato i disservizi che ci hanno creato con la loro e le perdite che abbiamo avuto minacciando di muovermi per vie legali. Cosa credi che abbiano fatto? Hanno accettato di fare il lavoro a gratis perche la situazione e colpa loro.
    Sul discorso che le macchine italiane fanno cagare e` una tua opinione, qui ci sono dei contratti e appalti (i politici che gli hanno firmati sono amichetti con le stesse aziende che forniscono la macchine al governo e indovina di che nazionalita sono, questa si chiama corruzione e non libero mercato)
    Sulla qualita hai letto il post sui cento giorni della suzuki? Guarda che il servizio post vendita giapponese fa cagare come quello italiano in Italia.

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  32. Da mana

    @luca
    premetto che non sono una donna, forse lo avete dedotto dal nickname che può ingannare ma è solo un diminutivo.

    Lasciamo perdere il discorso nazionalismo, in effetti avevo capito male, ora rileggendo il post e i tuoi commenti mi è chiaro il tuo discorso.

    In Italia non sborsi milioni per avere una laurea finta? Ne sei convinto? Si certo forse contrattando un po' ti fanno lo sconto.

    Parli di strutture scolastiche malandate in Giappone, io non le ho viste ma ti credo. Pero' mi viene il dubbio che tu abbia mai vissuto in Italia. Anch'io abito al nord, estremo nord, e ti assicuro che qui un terremoto farebbe una strage peggio che in Giappone. Non esistono strutture antisismiche, i palazzi che ospitano le scuole o sono palazzi antichi, bellissimi per carità, ma trascurati e poco funzionali o palazzi costruti nel boom edilizio degli anni 60/70 dove si costruiva con la cartapesta.

    Per maggiori opportunità intendevo più posti di lavoro per persone qualificate come può essere un ingegnere informatico o altro.

    Non ho mai detto che le auto italiane fanno cagare.

    @Silus
    Parli di razzismo radicato. Tu hai studiato in Italia da italiano, hai mai chiesto a un bambino marocchino, albanese o rumeno se nelle scuole italiane si sentono discriminati?

    Sul discorso divise hai un opinione che non condivido. Preferisco le divise piuttosto di vedere bimbiminchia vestiti da piccoli truzzetti firmati e bambine scosciate che imitano le veline, con la conseguenza che altri bambini vengono discriminati perchè considerati non alla moda dai loro coetanei lobotomizzati dalla televisione italiana, ma questo è un altro discorso.

    Il sistema scolastico giapponese non è criticato dagli stessi giapponesi? ti sbagli di grosso, è da gli anni 80 che in giappone si discute sul problema della eccessiva competività data dagli esami di ammissione. Vedi suicidi tra giovani ecc...
    Io stesso sono critico verso questo sistema, preferirei gli esami a fine corso come in italia.

    Detto questo spero che tuo figlio abbia modo di studiare anche in Italia, un po' com'è successo a me, ho fatto tre anni di elementari in Italia e due in Giappone e lascia che sia lui a giudicare.

    Il discorso che ho fatto io si basa sui ricordi che ho della mia infanzia, non ho cercato dati, tabelle, numeri ho parlato della mia esperienza, questa è e questa rimane. A scuola in giappone ci andavo con il sorriso, non mi sono mai sentito strumentalizzato o inquadrato al contrario ho potute esprimere meglio la mia personalità.

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  33. Da Mana

    Ops ho sbagliato le ultime considerazioni che ho scritto sono per @Italicus non per Silus

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  34. Da Italicus:

    Proprio come hai detto tu, ognuno riferisce le proprie esperienze e , al tuo "io consiglio le scuole giapponesi perché..." io contrappongo un "ed io invece non consiglio le scuole giapponesi perché..bla,bla,bla,".

    Vedi, tutto questo scambio di opinioni(che non intendo portare allo scontro,anche perché ,senza bisogno di dirlo, in questa società se un espatriato ha problemi alimenta tutto quel sistema chiamato terziario,di avvocati,consulenti,banche,e che per le quali ragioni è opportuno che ci siano molti "scontenti" al fine di capire la vera realtà di un dato Paese(per l'Italia spacciato per razzista,non funzionate,pessimista..) ,per il Giappone,invece, presentato quasi sempre come esempio illuminante da chi di Giappone ne ha ,spesso,solo sentito parlare e che fa del copia-incolla (le critiche mosse non sempre apertamente in Giappone- e ricorda anche che non ci sono nemmeno le piazze per fare le dimostrazioni in Giappone- sono eventi degli ultimissimi anni che,se posti a confronto con le tematiche dei Paesi Occidentali ci accorgiamo che si parla di esigenze ben diverse,per via della società diversamente orientata).

    Dici di non aver sofferto per l'aver indossato una divisa,e che eri contento della tua condizione nell'infanzia? Contento tu(parafrasando le tue parole,se permetti).

    Allora le immagini di bambini nudi che giocano sule rive di un qualche fiume dell'Amazzonia non dovrebbero arrecarci tristezza(a me la arreca,invece, sia il vedere i bambini coi vestiti firmati in Italia,sia quelli in divisa,in Giappone e altri Paesi influenzati dal Giappone(Tailandia in primis)!).Ma mentre per i bambini firmati vedo una sinergia genitori-consumismo, per il caso bambino-giapponese vedo una sinergia istituzioni-società-, e le due tipologie non sono uguali. La prima,in piena mentalità consumistica, predilige la "singolarizzazione"del nuovo individuo nella società. La seconda a me fa oppostamente pensare ad un connubio di fervori feudalismo-vassallaggio,il tutto il più possibilmente istituzionalizzato con statuti interni alle varie scuole e poi aziende.

    Siamo agli antipodi per concezioni d'idee,idee che poi possono essere condivise sia da una parte che dall'altra,come pure contrapposte e ostacolate se non conformi alle proprie,e qui sta il busillis: trovare un accordo in coppia,infatti il problema profondo risiede in queste ultime parole.

    Alla fine,se mi si permette, intendo evidenziare il mio punto di vista sulla scelta di coppia.

    Un bambino di Paesi ritenuti fossilizzati per quanto riguarda il concetto dio posizione nella società troverà vantaggio in quei Paesi nei quali furono (fin dalle migliaia di anni addietro) combattute le differenze sociali.

    La situazione opposta è, appunto, opposta!

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  35. Da Italicus:

    Non a caso,sappiamo di quei bambini di espatriati che subiscono soprusi nelle scuole italiane perché pure i genitori di bambini italiani ne parlano,e il Governo emette leggi per contrastare questo fenomeno.

    La stessa medesima cosa non avviene in Giappone.
    Non ci sono mai state piazze per poter rimostrare scontenti pubblici.

    Prima di aprlare bisogna capire in che tipo di "stile" va fatto il discorso.

    Insomma, ci sono problemi basali ben più radicati,e per poter soltanto esternare problemi riscontrati bisognerebbe innanzitutto cambiare il modo di comunicare:la parola.

    Si può ben comprendere che ci sono ben e tanti altri fattori coinvolti nella comunicazione,cambiamento,rapporti,che vede i due Paesi a confronto.
    L'Italia ne parte svantaggiata perché la gente tende parlare. Il Giappone parte avvantaggiato perché la gente tende a non parlare.

    E questo è un dato di fatto insormontabile.

    RispondiElimina

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